REGGIO EMILIA – Il 2022 era iniziato da appena tre ore e a Reggio Emilia si è rischiato un femminicidio. I carabinieri sono intervenuti in una abitazione della città, prima dell’alba del giorno di Capodanno, intorno alle 3: una donna di 30 anni è stata massacrata di pugni dal compagno, coetaneo. Durante una lite per motivi banali l’ha colpita ripetutamente, lasciandola priva di sensi in terra. A quel punto ha chiamato un parente chiedendo di venirlo a prendere, convinto di averla ammazzata.
I militari sono intervenuti e hanno arrestato il trentenne per lesioni personali aggravate e maltrattamenti ai danni della giovane. L’uomo si trova in carcere a Modena, a disposizione della Procura reggiana e sono in corso accertamenti per valutare se, come pare, ci siano stati episodi di violenza anche in passato.
La compagna è stata ricoverata in ospedale con fratture al volto. I militari l’hanno trovato in lacrime e con gli abiti insanguinati, mentre il compagno si era nascosto sotto a un letto. È stato bloccato e arrestato, mentre la vittima è stata affidata al 118. Tutto sarebbe avvenuto mentre il figlio della coppia dormiva in camera.
“Non dobbiamo aspettarci che la violenza migliori nei giorni di festa. A Reggio Emilia c’è stato l’intervento delle forze dell’ordine che hanno arrestato l’uomo e prestato cure alla signora, ma è un esempio di come la violenza funzioni quotidianamente”, commenta Silvia Iotti, presidente dell’associazione Nondasola, che gestisce la Casa delle donne per non subire violenza di Reggio Emilia. “A volte è un caso che le aggressioni non siano drammatiche”, aggiunge Iotti. A colpire la presidente del centro reggiano è soprattutto l’omicidio di Morazzone, in provincia di Varese.
“Fino a che punto vogliamo arrivare per consentire l’esercizio di un diritto per i padri di vedere i figli? – domanda Iotti – Dove è finito il diritto del minore, in questo caso? Ricordiamoci che non si tratta di un caso isolato”. In merito alla recente decisione della Regione Emilia-Romagna di aumentare le risorse statali destinate al reddito di libertà per le donne vittima di violenza, Iotti afferma che è una misura necessaria nei primi mesi, ma che servono anche politiche integrate. “Le donne vittime di violenza hanno bisogno di trovare un lavoro, di avere accesso alla formazione, e di vedere facilitato l’accesso al mercato della abitazione e ai servizi per i loro figli – conclude Iotti – e vanno ridotti anche i tempi delle risposte legali, perché ancora ci vuole troppo tempo, per esempio, per concludere le separazioni”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-01-03 18:52:14 ,bologna.repubblica.it