Chris Loder, un esponente politico locale, ha anche espresso preoccupazione per la capienza dell’imbarcazione: sulla carta era progettata per ospitare 250 persone, ma poi si è fatto in modo di raddoppiare gli spazi. E le proteste arrivano anche dalle istituzioni locali, che dicono di non essere state in alcun modo coinvolte dalla decisione del governo di parcheggiare la chiatta a Portland. Il Dorset Council, l’autorità locale di Portland, ha detto che la decisione è stata presa dai proprietari del porto di Portland e dal governo, senza il suo coinvolgimento e anzi nonostante la sua opposizione. Jim Draper, presidente del consiglio comunale di Portland, quando nei mesi scorsi si era iniziata a paventare questa soluzione aveva detto che è “inappropriato ospitare i rifugiati, alcune delle persone più vulnerabili del mondo, a bordo di una nave”.
La stretta del Regno Unito sui migranti
Non è la prima volta negli ultimi mesi che il Regno Unito decide di mandare i migranti in mare, nel senso letterale della parola. Il governo scozzese per esempio ha ospitato numerosi rifugiati ucraini su due imbarcazioni nel 2022, ma si è trattata di una soluzione temporanea che è già terminata. Il governo di Londra sembra invece voler fare della Bibby Stockholm un progetto pilota: in programma c’è già di replicare questa forma di ospitalità-prigionia in mare su altre due chiatte. Non si hanno per ora ulteriori dettagli al riguardo.
Il governo conservatore di Rishi Sunak sta mettendo in atto una stretta non da poco nei confronti dell’immigrazione irregolare. Più o meno in contemporanea all’arrivo nel porto di Portland della Bibby Stockholm, è stata approvata la legge della discordia sulla deportazione dei migranti in Rwanda, affinché attendano “a distanza” l’esito della loro procedura di richiesta asilo.
L’Illegal Migration Bill è un’eredità dell’ex premier Boris Johnson e prevede che il paese africano accolga migranti arrivati illegalmente nel Regno Unito in cambio di circa 140 milioni di euro. La Corte europea dei diritti dell’uomo aveva dichiarato illegittimo il piano, di fatto bloccandolo. Il mese scorso il progetto di legge è stato bocciato anche dalla Corte d’Appello di Londra, uno dei tribunali più importanti del paese. I giudici hanno decretato che il Rwanda non è uno stato sicuro per i richiedenti asilo, ribaltando una sentenza dell’Alta Corte che aveva invece approvato il piano nel dicembre scorso.
Nonostante ciò, il governo di Rishi Sunak è andato avanti per la sua strada e il 17 luglio è stata approvata la legge, che ora necessita solo della controfirma di Re Carlo III. Il governo ha detto infatti che farà ricorso alla Corte Suprema contro la pronuncia del tribunale, ma intanto non ha voluto perdere tempo. Pochi mesi fa invece il governo aveva presentato una proposta di legge per cancellare il diritto all’asilo e respingere automaticamente i migranti. Non è un caso che il premier Rishi Sunak al suo insediamento abbia messo tra i suoi cinque pilastri programmatici proprio la lotta all’immigrazione.
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di Luigi Mastrodonato www.wired.it 2023-07-19 12:43:50 ,