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007 senza frontiere e pregiudizi. Almeno oltre Manica. L’intelligence per esistere e prosperare deve adattarsi ai tempi che cambiano. Richard Moore lo sa benissimo. Moore è il capo dell’MI6, l’intelligence esterna del Regno Unito, l’organizzazione dei servizi segreti per eccellenza nei territori di Sua Maestà. “C” di James Bond, per intenderci. E da tempo va approfondendo la necessità, per le spie di Londra, di amplificare la base del loro personale. Da ultimo, nella giornata del 18 marzo è arrivata un’esplicita apertura: valorizzare il peso delle persone con diagnosi di autismo e disturbo di attenzione e iperattività (ADHD) nell’intelligence britannica.
Intelligence e neurodiversità, come cambiano gli 007 di Londra
Si chiama neurodiversity ed è una frontiera esplorata da alcuni anni da molti servizi segreti. E da quello britannico, l’intelligence per antonomasia, in particolare. L’idea che l’intelligence si debba svestire della sua veste classica per capire al meglio un mondo complesso pressa i vertici dello spionaggio globale. L’MI6 fa scuola da tempo. Promuove l’ingresso di talenti femminili e di persone nate fuori dal Regno Unito o di…
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di Andrea Muratore
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2024-03-18 14:10:00 ,