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Perché leggere questo articolo? A Gaza nessun civile è di serie B. Né i palestinesi né gli ostaggi. Il Papa e Sanchez l’hanno capito. Altri leader e opinioni pubbliche meno.
Sono Papa Francesco e Pedro Sanchez i leader-modello, perlomeno tra l’Europa e il mondo occidentale, sul conflitto di Gaza. Il Santo Padre, capo della Chiesa cattolica e della Città del Vaticano, da un lato. Il premier socialista, ateo e progressista della Spagna dall’altra. Gli unici a proporre una linea chiara per la fine del conflitto: mettere la questione umanitaria al centro. Fermando l’inutile strage di civili e aprendo al rilascio degli ostaggi del 7 ottobre. Troppo spesso dimenticati nel computo.
Una guerra inclemente
Del resto, nella guerra a Gaza che imperversa da oltre cinque mesi un filone sembra essersi perso quasi completamente nella narrativa: quello degli oltre 200 ostaggi israeliani sequestrati il 7 ottobre scorso durante i brutali attacchi di Hamas. Di loro, salvo per quelli che hanno avuto la fortuna di essere liberati, si sa davvero poco: la loro liberazione è in discussione nelle trattative politiche in corso con la mediazione di Paesi come Egitto e Qatar. Ma è altresì vero che è oggigiorno perfino difficile affermare quanti degli ostaggi risultino ancora in vita, data l’ampiezza dei combattimenti, e se siano confermate dichiarazioni come quelle presentate da Israele all’Onu sugli stupri e le violenze contro i prigionieri, soprattutto le donne, sequestrati a…
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di Andrea Muratore
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2024-03-20 16:45:00 ,