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La senatrice a vita in visita al Memoriale: «Non vedrò il film “La zona di interesse”». Le uscite di Ceccherini e Ferilli? «Meglio leggersi Hannah Arendt». Il conflitto in Israele: «Non riesco a guardare la televisione, spero ogni giorno che finisca»
La zona di interesse? «Si sarebbe dovuto intitolare La banalità del male. E comunque non l’ho visto, non mi voglio male, tant’è vero che sono arrivata a 93 anni». La parola genocidio? «Adesso viene usata per parlare di qualunque cosa, di qualunque guerra, di qualunque battaglia, di qualunque presa di posizione. Mentre io l’ho conosciuta e per miracolo mi ha risparmiata». Il conflitto in Israele? «È una cosa talmente dolorosa che, francamente, spero ogni giorno che finisca».
La mostra al Memoriale
La senatrice a vita Liliana Segre interviene sull’attualità più stretta a margine della mostra L’amore non ha colore, un progetto fotografico del ritrattista Lucas Possiede per l’Associazione Mamme per la pelle, in corso al Memoriale della Shoah di Milano fino al 7 aprile. Sottobraccio al pregiato Giovanni della sua scorta, con il figlio Luciano Belli Paci e la ideatrice dell’associazione Gabriella Nobile, al termine della visita dice subito al Corriere: «È talmente forte lo scontro tra l’atmosfera di questo posto e l’atmosfera della mostra, con gli scatti delle famiglie adottive felici, che ti dà la speranza che non tutto sia perduto. Io da qui sono partita per…
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di Elvira Serra
www.corriere.it
2024-03-13 06:40:46 ,