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Perché leggere questo articolo? Salvini e Santanchè sono stati sereni: la sfiducia a un ministro è pura utopia. A oggi è riuscita solo una volta su sessantacinque. La storia dimostra che per venire rimosso dal ruolo un ministro deve dimettersi.
Una su sessantaquattro ce la fa. Far dimettere un ministro tramite mozione di sfiducia è una chimera. Ieri il ministro e vicepremier Salvini, oggi la ministra Santanché (già alla seconda sfiducia superata in due anni), domani chissà. Conta poco, sfiduciare un ministro è pura utopia. Considerando i precedenti storici, la sfiducia ha una probabilità è del 1,56%. Una percentuale che aumenta, se si tiene conto che le mozioni di sfiducia individuali presentate nella storia repubblicana sono state 82, ma 18 non sono arrivate al voto. Per venire rimosso dal ruolo, insomma, un ministro deve dimettersi. Lo hanno fatto in più di 30 nel nuovo millennio.
Come si sfiducia un ministro
Differentemente da altri paesi, come Spagna e Inghilterra, il Presidente del Consiglio in Italia non può revocare il mandato a un ministro. L’articolo 94 della costituzione regola la fiducia e la mozione di sfiducia, strumento con cui solo il parlamento può porre fine a tale rapporto fiduciario.
Una prima definizione della procedura è arrivata nel 1986, con la presentazione di una mozione di sfiducia verso l’allora ministro degli esteri democristiano Giulio Andreotti. L’articolo 115 del regolamento della Camera ha previsto che le mozioni a…
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di Stefano Marrone
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2024-04-04 11:45:00 ,