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Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? Il movimento femminista, anche in Italia, non è privo di tensioni interne. In particolare se da un lato si sviluppa un’interpretazione dei moti di rivendicazione sempre più di massa, dall’altro il capitalismo ne trae grossi benefici trasformando il femminismo in un motore per le vendite. Come sta allora il femminismo italiano? Ne abbiamo parlato con Jennifer Guerra, giornalista e scrittrice che si occupa di tematiche femministe e che ha da poco pubblicato “Il femminismo non è un brand” per Einaudi.
C’è un forte sospetto nella diffusione del femminismo come fenomeno mainstream. Credi che questa trasformazione abbia portato alla perdita dell’idea del femminismo come pratica e non come mera checklist da applicare alla perfezione?
Penso che la diffusione del femminismo come fenomeno mainstream abbia portato più vantaggi che svantaggi. Non possiamo negare l’importanza di aver reso il femminismo accessibile per una platea di persone così ampia come non era mai stato in passato. Quello che mi preoccupa, e che è anche l’oggetto del libro, è il fatto che all’interno di questo processo si sono imposti come soggetti o rappresentanti del femminismo delle entità che non sono le persone che praticano il femminismo, come i mercati, le istituzioni, il sistema delle celebrities, o quella che chiamo nel libro economia della visibilità. Questi soggetti hanno una grossa responsabilità nell’aver eliminato la…
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di Elisa Belotti
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2024-03-19 05:47:00 ,