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Marcello Pittella, terzo di una casta di politici, ora nel partito di Calenda: «Il Pd mi ha spremuto come un limone e poi mi ha buttato nella spazzatura»
Li hanno chiamati i «Pittellas», una dinastia politica lucana. Non solo per lui e suo fratello Gianni, ma anche per suo padre Domenico, per tre volte a Roma senatore socialista. Gianni è andato invece a prendere un seggio a Bruxelles, con il Pd, e l’unico che non si è mai mosso dalla Basilicata è stato lui, Marcello, per due volte confermato alla presidenza della Regione, per due volte sempre con la lista del Pd. Sessantadue anni, nato a Lauria, di se stesso dice: «Padre di tre figli. Maglia numero sette sul petto per una grande epopea pallavolistica, erano gli anni Ottanta. Con la politica nasco, della politica mi innamoro». È la politica che poi lo travolge.
Uno scandalo nel 2018 ribattezzato «Sanitopoli» lo trova sulla poltrona della presidenza della Regione e lo porta agli arresti domiciliari. Marcello Pittella dovrà aspettare più di due anni per l’assoluzione del tribunale di Matera e quasi sei per la conferma dell’innocenza arrivata dalla Corte d’Appello di Potenza. Nel frattempo ha dovuto fare i conti contro un male orribile, un tumore al midollo osseo. Ma le energie non lo hanno mai abbandonato. Le ha messe tutte insieme quando ha abbandonato il Pd sbattendo la porta con fragore. Suo fratello Gianni lo aveva preceduto.
«Il Pd mi ha spremuto come un limone e…
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di Alessandra Arachi
www.corriere.it
2024-03-15 20:03:38 ,