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Perchè leggere questo articolo? Ramadan e calcio, uno scontro caldo. La Federcalcio francese ha vietato il tradizionale digiuno in nome del principio costituzionale della laicità. Ma gli atleti musulmani non vedono così rispettata la loro religione e minacciano di opporsi al divieto. Un caso che solleva questioni importanti sulla libertà religiosa e l’uguaglianza nel calcio, prodotto culturale europeo e occidentale impregnato di radici cristiane.
Viva la laicitè. E viva la Francia, multietnica, emblema dell’incontro tra culture e tradizioni diverse. È il ritornello della sinistra ogni volta che si parla di Parigi. Poi, slogan a parte, la vita vera fa emergere tutte le contraddizioni del Paese d’Oltralpe. In nome del principio della laicità, la Federcalcio francese vieta il Ramadan in nazionale. Dimenticandosi però dell’égalité e della liberté. La decisione della FFF di bandire il digiuno religioso durante le convocazioni nazionali mira a preservare la neutralità religiosa nello sport e la salute degli atleti. Tuttavia, questa scelta ha suscitato non poche critiche da parte dei giocatori musulmani, che ritengono che la loro libertà religiosa non sia rispettata. In particolare, il giovane centrocampista del Lione Mahamadou Diawara, convocato dall’under 19 della Francia, si è rifiutato di mangiare e si è ritirato. Al momento è l’unico atleta ad opporsi ufficialmente alle regole poste dalla Federazione, ma il malumore è palpabile tra le varie…
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di Francesca Ferri
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2024-03-26 16:16:10 ,