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Il partito e il governo cercano di chiudere il caso apertosi dopo le dichiarazioni del leader sul voto russo
Il giorno dopo l’uscita choc (chi vota ha sempre ragione) che ha increspato le acque della maggioranza, Matteo Salvini si tiene alla larga dai temi di politica estera. Non solo non assiste all’intervento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Senato, alimentando un piccolo giallo per chi maliziosamente ci ha intravisto un nuovo scarto rispetto alla linea ufficiale dell’esecutivo, ma nella giornata di lavoro trascorsa al ministero delle Infrastrutture riserva le uniche due uscite social alla festa del pap e ad un messaggio di cordoglio per la morte del direttore generale della Fiorentina Joe Barone.
Eppure, nel tardo pomeriggio ecco approdare sulle agenzie di stampa una nota della Lega che tiene a rimarcare la piena sintonia tra la premier e il suo vice. Una sorta di excusatio non petita che serve a mettere la sordina agli strascichi del botta e risposta indiretto di luned con l’altro vicepremier Antonio Tajani. Non un caso che sia lo stesso ministro degli Esteri ad iniziare la giornata con una dichiarazione distensiva affidata a Radio24: Mi pare sia tutto chiarito, la maggioranza coesa. Siamo uniti. Le posizioni possono essere differenti ma non c’ sostanziale divergenza.
La sintonia ritrovata (o mai venuta meno) con Meloni, per, riguarda un tema diverso rispetto a quello delle elezioni che hanno visto la conferma…
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di Cesare Zapperi
www.corriere.it
2024-03-19 20:51:22 ,