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Le Regionali in Abruzzo, con il rafforzamento del Pd e il crollo del Movimento 5 Stelle, rilanciano la competizione tra le opposizioni anche sulle candidature alle prossime elezioni
Con un eufemismo, il leader della Sinistra Italiana Nicola Fratoianni parla di alleanza «in altalena». È un eufemismo perché dopo la sconfitta in Abruzzo il cosiddetto «campo largo» sta già perdendo pezzi. L’unica a insistere, e giustamente dal suo punto di vista, è la segretaria del Pd, Elly Schlein, premiata come partito dall’elettorato. Da un M5S ridotto a un terzo dei voti del 2019, invece, arriva un commento misurato di Giuseppe Conte sul «risultato modesto» dei grillini: reazione che non esclude un negoziato ancora più puntuto con la sinistra. Il responsabile regionale dei Cinque Stelle ieri si è dimesso. E quando Conte ricorda l’affermazione in Sardegna e l’elezione di una presidente del Movimento, aggiunge che «è da lì che bisogna ripartire». Dunque, dice implicitamente al Pd che si vince se i candidati sono dei Cinque Stelle: la guida deve toccare a loro. E, come in Sardegna, l’alleanza non deve essere annacquata con l’inclusione dei centristi di Carlo Calenda.
Il fatto che dal resto del M5S arrivi un silenzio pesante lascia presagire un rilancio sulle candidature fin dalla Basilicata. Per questo Fratoianni registra «il tormentone sulle dimensioni del “campo”. Argomento cui sono affezionati i media, ma anche qualche…
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di Massimo Franco
www.corriere.it
2024-03-11 18:26:16 ,