Terremoto al vertice di CNN. Chris Licht, presidente e amministratore delegato del grande e storico canale televisivo d’informazione americano e internazionale, lascia con effetto immediato. Risultato di un anno, o meglio 13 mesi, di gestione burrascosa e caotica nei panni di primo responsabile installato al comando del network dalla nuova colossale dimora madre nei media nata dalla combinazione tra Discovery e Warner Bros sotto la guida di David Zaslav. Alle polemiche si sono accompagnate spirali di cadute negli indici di ascolto ed erosioni dei conti finanziari.
Lo show di Trump
Tra le ultime controversie di alto profilo: la decisione di offrire all’ex Presidente Donald Trump il palcoscenico di un Town Hall Meeting in diretta, davanti a un pubblico di sostenitori. La scelta dell’evento assembleare ha scatenato durissime critiche, accusato di essersi trasformato in uno show di aggressivo protagonismo di Trump nonostante gli sforzi della giornalista che doveva intervistarlo, Kaitlan Collins, di contrastare le sue affermazioni false o offensive, quali quelle sulle elezioni per la dimora Bianca del 2020 che sostiene di aver vinto nonostante il legittimo successo invece del democratico Joe Biden.
I passi falsi
Anche il suo primo atto al timone di CNN, agli inizi del 2022, era stato da shock: gli fu affidata la cancellazione del servizio streaming appena al debutto CNN+, ritenuto un progetto fallimentare e costoso da Zaslav, con conseguenti ondate di licenziamenti. I vertici di Warner Bros. Discovery avevano in generale ipotizzato, con l’avvento di Licht, una CNN ripensata che si caratterizzasse come più politicamente equilibrata, neutrale e moderata nel riportare notizie e commenti.
Nel mezzo altri passi falsi: su tutti il lancio di un nuovo programma del mattino condotto da Don Lemon, di recente travolto da commenti offensivi sulle donne. L’ultimo colpo: la rivista The Atlantic ha pubblicato un lungo articolo che ha dettagliato la sua difficile e travagliata gestione tra dissapori interni.
I profitti quasi dimezzati
La performance finanziaria non ha certo aiutato: il network ha generato profitti per 750 milioni l’anno scorso, quasi dimezzati rispetto agli 1,25 miliardi dei dodici mesi precedenti. Nè hanno aiutato continui scivoloni importanti nei rating di pubblico, contro rivali grandi e piccoli e in cruciali fasce orarie di ascolto, in un clima parso caotico di riorganizzazione di show della mattina e della sera.