Stavolta non c’entra il razzismo. Stavolta il dramma è intimo, profondo. Dopo lo sfogo di Vinicius, un altro brasiliano scoppia in lacrime davanti a una telecamera. Si tratta di Richarlison, centravanti del Tottenham caduto in disgrazia dopo il Mondiale in Qatar.
Richarlison: “Volevo smettere, ero depresso”
“Ho pensato di smettere, ero depresso, su internet cercavo solo immagini sulla morte”. Una confessione dolorosa, quella davanti alle telecamere di Espn. Raccontando cosa è successo dopo il ritorno dall’esperienza di Doha con la maglia numero 9 del Brasile sulle spalle: “Avrei voluto soltanto giocare un Mondiale al massimo della mia condizione, invece ero arrivato al limite. Non so cosa mi passasse per la testa. Ne avevo pure parlato con mio padre, gli ho detto che volevo mollare tutto”. Senza un motivo, come se fosse successo qualcosa di sconvolgente: “Non lo so, non dirò che volevo suicidarmi. Ma ero depresso e volevo smettere. Anziché andare agli allenamenti volevo solo tornare a casa, o nella mia stanza. Non so neanche il perché”.
Richarlison: “Guardavo robaccia sulla morte on line, mi ha salvato la terapia”
Raccontare come sia finito in quel gorgo non è facilissimo: “Dopo il Mondiale mi sembrava che tutto andasse in frantumi”. Ne è uscito andando in terapia, anche a costo di mettersi in discussione: Prima pensavo che le persone che cercavano un aiuto professionale fossero pazze. Ma era una sciocchezza. Il mio terapeuta, che mi piaccia o no, mi ha salvato la vita. Pensavo solo immondizia. Anche su Google cercavo solo spazzatura, volevo solo vedere robaccia sulla morte”. E ora suggerisce a chiunque abbia problemi di fare lo stesso: “Oggi posso dire: se avete bisogno di uno psicologo cercatelo perché è bello aprirsi, parlare con chi sa capire. E che ci piaccia o no, salva vite umane”.