Arriva direttamente dal Ministero della Salute, la segnalazione nell’apposita sezione del proprio sito web, di un grave episodio di contaminazione alimentare rilevata dalla stessa azienda in autocontrollo. Questa volta si tratta di un richiamo di sei lotti che riguarda il Taleggio DOP a latte crudo di Pascoli del Fattore e Casarrigoni contaminato dal pericolosissimo batterio escheria coli “verocitotossico” (“STEC gene eae sg O103”). Con la nota ufficiale del dicastero è stato anche disposto che il formaggio sia immediatamente ritirata dal mercato. Il severo provvedimento di richiamo dal commercio si è reso necessario per tutelare la sicurezza dei consumatori in quanto, secondo l’ente il rischio per la salute è serio. Il prodotto interessato è venduto in confezioni con i numeri di lotto 15145, 16145, 15148, 15151, 15152 e 16152 e la data di scadenza rispettivamente 24/07/2021, 27/07/2021, 30/07/2021, 31/07/2. Il Taleggio DOP a latte crudo richiamato, distribuito sia con incartamento a marchio Casarrigoni, sia con quello a marchio Pascoli del Fattore, è stato prodotto nello stabilimento di Casarrigoni srl , in Via A. Arnoldi, 575 – Taleggio, in provincia di Bergamo (marchio di identificazione CE IT 03 278). Naturalmente il consiglio è quello di non consumare i lotti di formaggio in questione e di riportarli al punto vendita dove è stato effettuato l’acquisto. È noto, infatti, che le conseguenze per la salute possono essere anche assai serie con disturbi gastrointestinali, parzialmente febbrili, con possibile sanguinamento. Ciò può avvenire tra i 2 e i 7 giorni dal consumo del formaggio contaminato. Sono possibili gravi complicazioni renali, specialmente nei bambini con la sindrome emolitica-uremica (SEU), malattia che si caratterizza per una grave insufficienza renale acuta (spesso è necessario ricorrere alla dialisi), oltre che da anemia e piastrinopenia (ridotto numero di piastrine) e che in alcuni casi (circa il 20%)si rivela fatale.. Al verificarsi di tali sintomi in concomitanza del consumo del prodotto è opportuno l’immediato intervento medico rendendo noto il consumo dell’alimento in questione. Non è la prima volta, ricorda Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, che viene segnalata la presenza di questo pericoloso batterio in prodotti alimentari e quindi dannosi per la salute. L’ E. coli produttore di Shiga-tossina (STEC), infatti, produce una potente tossina denominata tossina Shiga (Stx)*. Esistono dei sottotipi di tossina Shiga; i ceppi STEC possono produrre la tossina Shiga di tipo 1 (Stx1, codificata dal gene stx1), la tossina Shiga di tipo 2 (Stx2, codificata dal gene stx2), o entrambe. Gli STEC sono inoltre classificati in base ad altri fattori di virulenza da loro prodotti. Ad esempio, gli STEC che contengono anche il gene eae (gene dell’intimina implicato nel fissaggio e rimozione del fenotipo) vengono denominati E. coli enteroemorragici (EHEC), il che li rende un sottogruppo di STEC. Pertanto, si raccomanda ai consumatori, che hanno acquistato questo prodotto di far attenzione al marchio ed al lotto. Se corrisponde a quello evidenziato dal Ministero è indispensabile che non si consumi e che venga prontamente riconsegnato presso il punto d’acquisto, dove l’esercente o i suoi addetti dovranno adoperarsi per restituirne il prezzo. Va detto che l’autorità, in questo caso il Ministero della Salute, può anche stabilire la revoca del ritiro e del richiamo dei prodotti.