Dopo la Camera, anche il Senato approva definitivamente la proroga della moratoria sui sistemi di riconoscimento facciale, contenuta all’interno del decreto-legge 51 del 2023. Questo significa che, fino al 31 dicembre 2025, in Italia non potranno essere installati impianti di videosorveglianza dotati di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici, proprio come era stato proposto dagli esponenti del Partito democratico ,Marianna Madia, Lia Quartapelle e Filiberto Zaratti. Una conferma quasi scontata dopo l’approvazione della Camera, ma pur sempre importante per il nostro paese.
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Lo scorso aprile il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva sostenuto fermamente l’importanza dell’installazione di sistemi di riconoscimento facciale nei luoghi come stazioni, ospedali e centri commerciali, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini. Allo stesso modo, nei mesi passati molti sindaci hanno cercato di impiantare sistemi di questo tipo nelle loro città, ottenendo soltanto lo stop da parte del Garante della privacy. D’altronde, la moratoria è molto chiara al riguardo: è assolutamente vietato installare sistemi di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici, nei negozi o sui cartelloni pubblicitari. Senza eccezione alcuna, “salvo che si tratti di trattamenti effettuati dall’autorità giudiziaria nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali nonché di quelle giudiziarie del pubblico ministero”.
In ogni caso, la moratoria italiana si dimostra perfettamente in linea con quanto descritto nell’Ai Act approvato dal Parlamento Europeo lo scorso 14 giugno. Il regolamento, tra le altre cose, include anche il divieto di utilizzare sistemi di analisi biometrica che utilizzano metriche come l’etnia, il sesso e l’orientamento politico. Questi sistemi, infatti, oltre a violare la privacy delle persone, possono dare vita a brutti episodi di discriminazione, dimostrandosi di fatto più strumenti più pericolosi che sicuri. Fortunatamente, dal canto suo l’Italia ha scelto di prorogare per altri due anni la moratoria sul riconoscimento facciale, nella speranza che nel frattempo la Unione e i paesi membri riescano a trovare una normativa che possa regolare l’uso di tali sistemi senza invadere la libertà individuale.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-06-28 13:46:43 ,