di Matt Burgess
Negli ultimi quindici anni le forze di polizia che cercano criminali in Europa hanno potuto condividere impronte digitali, dati sul dna e informazioni sui proprietari di veicoli. Se le forze dell’ordine in Francia sospettano che una persona che stanno cercando si trovi in Spagna possono chiedere alle autorità spagnole di controllare le impronte digitali presenti nel loro database. Ora i legislatori europei si apprestano a inserire milioni di foto di volti in questo sistema, utilizzando il riconoscimento facciale su una scala inedita.
L’ampliamento del riconoscimento facciale nell’Unione europea (Ue) fa parte di un progetto più ampio per “modernizzare” le attività di polizia in tutto il continente, e rientra nel quadro delle proposte sulla condivisione dei dati denominate Prüm II. I dettagli del piano sono stati annunciati per la prima volta a dicembre, ma nelle ultime settimane sono aumentate le critiche da parte degli enti regolatori europei che si occupano di dati, una volta compreso a pieno l’impatto delle proposte.
Le proposte si inseriscono nel solco degli sforzi dell’Ue per la costruzione di banche dati condivise di dati biometrici. Nel bilancio dell’Unione per il 2022, la seconda agenzia per quantità di finanziamenti ricevuti è stata Eu-Lisa, che fornisce i sistemi informatici per la gestione di frontiere e flussi migratori e lavora per collegare i database degli stati membri che contengono informazioni personali, identità, dati biometrici, generando tra l’altro un notevole giro di affari.
Che cos’è Prüm
“Stanno creando la più estesa infrastruttura di sorveglianza biometrica mai vista al mondo“, spiega Ella Jakubowska, consulente politica presso la ong per i diritti civili European Digital Rights (Edri). I documenti ottenuti dall’organizzazione nel quadro delle leggi sulla libertà d’informazione , condivisi con Wired UK, rivelano come gli stati dell’Ue abbiano spinto per includere il riconoscimento facciale nell’accordo internazionale.
La prima versione di Prüm, firmata nel 2005 da sette paesi europei (Belgio, Germania, Spagna, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Austria) permette alle nazioni di condividere i propri dati per contrastare la criminalità internazionale. Dall’introduzione dell’accordo, l’adozione da parte dei ventisette stati membri dell’Ue è stata disomogenea.
Prüm II prevede di espandere in misura significativa la quantità di informazioni che possono essere condivise tra gli stati, che potrebbero includere anche foto e informazioni dalle patenti di guida. Le proposte della Commissione europea prevedono anche di fornire alle forze di polizia un maggiore accesso “automatizzato” alle informazioni condivise. Secondo i legislatori il piano porterà a una più stretta cooperazione tra le forze dell’ordine di tutta Europa, rafforzando al contempo il ruolo dell’Europol, l’agenzia di polizia dell’Ue.
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www.wired.it
2022-04-07 17:00:00