Nuovo round “a oltranza” tra la ministra della Giustizia Marta Cartabia e i capi delegazione delle forze di maggioranza sulla riforma del Csm. Il confronto su questo dossier va avanti da giorni e il tempo stringe, in quanto la riforma sulla giustizia è stretta da tre scadenze: quella del 19 aprile con l’esame calendarizzato per l’Aula della Camera (martedì 5 aprile si comincia a votare in commissione Giustizia alla Camera), quella del 12 giugno con il voto dei referendum e, infine, quella degli inizi di luglio quando si dovrebbero tenere le elezioni del Csm.
La connessione con il Pnrr
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha assicurato che il governo non avrebbe posto la questione di fiducia sul provvedimento. Un segnale di apertura apprezzato dai partiti, che però ha avuto come conseguenza un allungamento dei tempi della trattativa. Gli ostacoli principali sono, allo stato attuale, principalmente due: il “sorteggio temperato” per eleggere il Csm, e la questione delle “porte girevoli”. Occorre raggiungere un’intesa su tutto, testo ed emendamenti, per non costringere il governo a rivedere la sua posizione e, mettere la fiducia. Quella della giustizia è, assieme a quelle sul fisco e sulla concorrenza, una delle tre riforme strategiche per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nell’ambito del quale il Governo ha incassato il secondo sì da parte della Commissione europea.
Mattarella: la riforma del Csm non è più rinviabile
Di qui la scelta della Guardasigilli di spingere sull’acceleratore e convocare la maggioranza. L’obiettivo è trovare una soluzione che consenta di superare i veti incrociati delle forze politiche che sostengono l’esecutivo. Centrodestra e Iv in testa. Nella direzione del raggiungimento di un accordo in tempi stretti va anche l’ennesimo richiamo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, dal suo discorso di insediamento in poi, ha scandito ripetutamente che «la riforma del Csm non è più rinviabile».
Vertice a oltranza
E dopo gli ultimi tre, lunghi, incontri di maggioranza è tempo di chiudere. Il vertice, del resto, ha un orario di inizio (le 10 di lunedì 4 aprile), ma non uno di conclusione. E non a caso l’agenda della Cartabia di lunedì non segna altri appuntamenti per la giornata.
Prima questione: il sistema elettorale dell’organo di autogoverno della magistratura
I nodi che andranno sciolti non sono di poco conto e fino ad oggi hanno fatto segnare il passo alla riforma. Il primo: per uscire dall’impasse sul sorteggio temperato per l’elezione del Csm, sostenuto da Fi, Lega e Iv, sul tavolo c’è un altro tipo di sorteggio, quello sulla formazione dei collegi elettorali, proposto da un gruppo di deputati leghisti. Questo potrebbe essere un punto di partenza. Cartabia ha invitato a riflettere sull’ipotesi perché questo sarebbe un sorteggio non incostituzionale, e non sarebbe del tutto una novità, visto che una forma di sorteggio per la costituzione dei collegi era originariamente prevista ed è stata poi abrogata.