Ritorno a Seoul tratta il tema dell’adozione senza patetismi

Ritorno a Seoul tratta il tema dell’adozione senza patetismi

Ritorno a Seoul tratta il tema dell’adozione senza patetismi

Ritorno a Seoul, che vede la regia di Davy Chou, è una delicata indagine interiore.

Selezionato a Un Certain Regard, il film ha ottenuto una candidatura a Spirit Awards ed è ora visibile su Mubi.

La protagonista è Freddie, una giovane ragazza dall’identità scissa, fratturata.

Viene adottata da piccola da una coppia francese che la cresce amorevolmente, ma per qualche recondita motivazione le origini coreane rimangono per lei una questione irrisolta.

Primordiale e spasmodica ricerca

Per pura casualità deve cambiare la destinazione del suo viaggio da Tokyo a Seoul, luogo in cui non le sarà possibile a ignorare il richiamo innato delle sue radici e finirà per mettersi sulle tracce della sua famiglia biologica.

Gli anni che Freddie trascorre in Corea sono fatti di silenzio, freddezza e poi riavvicinamenti, ma il motore che la muove rimane sempre la voglia di ricostruire i frammenti sparsi della sua identità. Quella frustrazione di aver subito un abbandono, di non esser stata voluta, sarà per la protagonista la causa e la sua cognizione di un gesto così drammatico.

Ritorno a Seoul tratta il tema dell'adozione senza pietismo

Respingente e spigolosa, non è facile per lo spettatore empatizzare con lei, ma è proprio in questo tratto che risiede la forza del film, oltre che nell’audacia di raccontare la ricerca di un posto nel mondo, di un ruolo definito e di un’appartenenza. Ricerca che, se condotta solo esternamente, non potrà essere mai del tutto completa.

Quello che conta è la comprensione del proprio io interiore, che può avvenire anche grazie a gli stimoli esterni, ma che deve poi essere analizzata intimamente.

Una narrazione priva di pietismo

La protagonista si trova in una situazione delicata: da un lato prova a comunicare con un padre alcolizzato che non parla nemmeno la sua lingua; dall’altro cerca strenuamente di rintracciare una madre che non vuole farsi trovare.

I toni però non sono mai banali o patetici, la narrazione prosegue senza nessuna velleità di compiacere il pubblico, ma, al contrario, di portare sullo schermo una verità personale.

Ritorno a Seoul tratta il tema dell'adozione senza pietismo

Freddie annienta tutto ciò che si trova davanti e intorno, spaventata e arrogante, non riesce a rimanere statica di fonte alla vita, ma anzi cerca di sbranarla.

La rabbia che ha coltivato negli anni, legata all’ignoto da cui proviene, la spinge a rompere gli schemi, ad esperire anche le più folli avventure e a porsi sempre dalla parte sconveniente della barricata.

Nei rapporti interpersonali è diretta e tagliente, ma nel profondo cela una grande anima.

Il regista gioca con la modernità e la tradizione, intrecciando sapientemente i due elementi e dando vita a un viaggio intimista.

Se la commozione non prenderà il sopravvento, durante la visione di Ritorno a Seoul, sarà la comprensione a dominare i nostri cuori. Emblematica di questo stato d’animo è la scena in cui Freddie balla da sola dentro un locale, al suono di una musica techno, per liberarsi da tutte le sue emozioni negative riguardo il suo passato. Qui la musica compensa ciò che viene costantemente ostacolato dal linguaggio, comunica in modo primigenio.

Ritorno a Seoul tratta il tema dell'adozione senza pietismo

Ritorno a Seoul tratta il tema dell’adozione senza pietismo

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di Veronica Cirigliano
www.2duerighe.com
2023-06-14 09:55:31 ,

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