ROMA – Tra Cristiano Ronaldo e la Juventus, finisce a carte bollate. Per quasi 20 milioni di euro pendenti. Ricordate la questione della famosa “carta segreta” che i magistrati torinesi cercavano nell’ambito dell’inchiesta “Prisma” sui conti della Juventus? Ecco, il portoghese vuole recuperare gli emolumenti lasciati in sospeso nel periodo del Covid con l’ormai celeberrima seconda manovra stipendi, di cui molto si parlò. Si tratta dei 19,9 milioni di euro netti per cui CR7 aveva firmato la rinuncia (come molti altri giocatori) per poi trattare col club la restituzione – integrale o parziale – sul bilancio successivo. Una reintegrazione della somma però mai firmata e mai avvenuta. Dopo aver chiesto gli atti alla Procura di Torino (come Dybala, che però ha trovato un accordo col club per incassare i suoi circa 3 milioni di stipendi arretrati) CR7 ha deciso di agire per vie legali.
Ronaldo e la causa alla Juventus per riavere 19,9 milioni
La novità è che tra Ronaldo e la Juventus è già iniziata la discussione. Al Collegio Arbitrale della Figc si discute di quella pendenza milionaria: il giocatore rappresentato dai suoi legali John Shehata, Fabio Iudica, Emanuele Lucchini Guastalla e Salvatore Pino e la società torinese dall’avvocato Eugenio Barcellona, dello studio Pedersoli. Come arbitro, Leandro Cantamessa. Il lockdown del calcio durò 105 giorni, dal 9 marzo al 22 giugno 2020. La Juventus in epoca Covid propose ai calciatori due manovre per tagliarsi gli stipendi: la prima nel 2020 e la seconda l’anno dopo, nel 2021: la prima iniziativa fu collegiale e riguardò allo stesso modo l’intero gruppo squadra più l’allenatore di quell’anno (Sarri). La seconda fu invece discussa singolarmente con ogni giocatore attraverso l’entourage. Cristiano Ronaldo percepiva dal club bianconero un ingaggio stagionale di 31 milioni netti: firmò la rinuncia ad alcune mensilità e poi tra i suoi legali e il club prese vita uno scambio di email, raccolte nelle carte dell’inchiesta penale “Prisma”.
Ronaldo causa alla Juve: le motivazioni delle parti
La vicenda ruota intorno a una domanda: la Juve deve davvero quei soldi a Ronaldo? Il club sostiene che CR7 abbia firmato la rinuncia e nulla più: non esiste infatti nessun altro documento che dica che la cifra gli debba essere restituita. E liquida lo scambio di email come un por parler. Anche perché poco dopo CR7 è stato ceduto al Manchester United. Il giocatore invece dice di non aver voluto firmare le carte per riavere quei soldi perché scritte su moduli non federali, e quindi gli fosse vietato siglarle. Ma che le email dimostrano come l’accordo prevedesse la restituzione della somma. la partita è apertissima.