editoriale
Mezzogiorno, 11 novembre 2021 – 11:24
Il congresso Pd
di Michele Cozzi
Squadra che vince non si cambia. un assioma del mondo del calcio. Al commissario tecnico Roberto Mancini non verrebbe mai in mente di escludere dalla Nazionale Donnarumma, Jorginho e Chiesa. Ma le logiche della politica sono tutt’altro che lineari. Bisogna vincere, ma bisogna farlo con classe. Le vicende pugliesi del Pd rientrano in questo schema. Il duo Emiliano-Decaro passa di vittoria in vittoria, tanto da ribaltare il teorema della Puglia regione di destra. Eppure le vittorie di Emiliano e Decaro sembrano suscitare lo stesso effetto dei successi dei conquistatori romani che, trionfando in terre lontane, diventavano cos popolari da infastidire i regnanti dell’Urbe.
Cos la decisione di azzerare per una serie di anomalie procedurali l’iter congressuale in Puglia assume un doppio significato. Da un lato, la nomina del commissario, finisce inevitabilmente per assumere un significato anche politico: rimettere ordine nel rispetto delle regole per allontanare l’impressione di una tavola gi apparecchiata per dividersi il bottino (le segreterie regionale e provinciali, piedistallo per la formazione delle liste delle prossime politiche). Emiliano rappresenta una figura di primo piano del centrosinistra nazionale (non iscritto al Pd e ha messo su una lista civica che gioca nella stessa met campo dei Democratici). Per cui le vittorie sono essenzialmente sue e solo in parte del Partito democratico. Ma da Roma arriva un segnale anche ai contestatori del presidente pugliese, con un implicito invito ad uscire allo scoperto.
I vari Stefno, Amati, Bordo che contestano la linea appiattita su Emiliano di Marco Lacarra, segretario uscente (e in pectore), non possono pi rimanere nell’ombra. Non sono pi sufficienti mezze dichiarazioni contro il governatore-pigliatutto. Del quale, si avverte a pelle, sembrano non condividere forma e sostanza. Ma non basta solo borbottare. Gli oppositori del governatore hanno adesso la possibilit di mettere su un programma e un candidato da contrapporre a Emiliano-Lacarra. Perderebbe? Pu darsi. Ma una battaglia onorevole lascerebbe pi segno di una resa annunciata. Eppure il materiale non manca: esiste una demarcazione tra civismo democratico e una forma surrogata, sorto attorno a schegge di professionisti della politica? Si condivide l’apertura totale verso il M5S, sempre in bilico tra adesione al Pse e anima populista? E ancora: gli oppositori di Emiliano-Lacarra hanno una linea alternativa su Ilva, Xylella, turismo di massa o di qualit? In caso contrario meglio ricordare la massima del filosofo Wittgenstein (Tractatus logico-philosophicus): Di ci di cui non si pu parlare si deve tacere.
11 novembre 2021 | 11:24
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