Ruud Gullit fu – prima ancora che un fuoriclasse – il protagonista di un’accelerata violenta nell’evoluzione della specie pallonara, perché in quella decisiva stagione di transizione che furono gli Anni 80 si fece carico di trasportare il calcio in un territorio dove anche un cross può trasformarsi in un gesto civico. Lo fece con una discreta dose di piacioneria – e vabbè – ma soprattutto col sorriso, e questo fu il più grande dei suoi meriti.