L’era dei voli low cost è finita, a causa dell’aumento del prezzo del petrolio che renderà impossibile per le compagnie offrire biglietti attorno ai 10 euro. A dirlo è l’amministratore delegato di Ryanair Michael O’Leary, che nel corso di un intervento radiofonico ha anche puntato il dito contro la Brexit, accusata di essere tra le cause della carenza di personale che ha scatenato il caos negli aeroporti del Regno Unito.
“Non credo che ci saranno più voli da 10 euro, perché i prezzi del petrolio sono significativamente più alti a causa dell’invasione russa dell’Ucraina” ha detto O’Leary al programma Today di Bbc Radio 4. “Le nostre tariffe promozionali super economiche, quelle da 1 euro, da 0,99 euro e persino da 9,99 euro, non si vedranno più nei prossimi anni”, ha continuato O’Leary, spiegando che la compagnia dovrà adeguarsi all’aumento dell’inflazione e che nell’arco di cinque anni i prezzi medi dei biglietti passeranno da 40 a 50 euro.
Il capo di Ryanair ha poi accusato il primo ministro britannico uscente, Boris Johnson, “e altri ambiziosi idioti”, di aver spinto il Regno Unito in una situazione di crisi lavorativa dopo l’uscita dall’Unione europea. Per O’Leary, infatti, la Brexit ha contribuito a peggiorare la carenza di personale che ha scatenato i disagi aeroportuali di quest’estate, che hanno portato alla cancellazione di migliaia di voli e a numerosi inconvenienti per i passeggeri anche nel resto d’Europa.
“Se ci fosse più onestà – o perlomeno un briciolo di onestà – da parte del governo di Boris Johnson, ammetterebbero che la Brexit è stata un disastro per la libera circolazione dei lavoratori” ha dichiarato O’Leary, lanciando un appello ai politici del Regno Unito e dell’Unione europea per riportare l’inflazione attorno al 2 %. “Altrimenti il reddito e la ricchezza delle persone saranno gravemente danneggiati” ha concluso.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2022-08-11 15:00:38 ,