Dopo l’annuncio del taglio dell’8% delle tratte per la Sardegna, il braccio di ferro tra Ryanair e governo sul caro voli sembra vicino a concludersi a vantaggio della compagnia aerea irlandese. Lo riporta La Stampa, specificando che, anche per via della preoccupazione destata dalle obiezioni della Commissione europea nel merito delle decisioni prese finora, l’esecutivo starebbe tornando sui propri passi.
In particolare, il governo avrebbe in cantiere un emendamento al decreto Asset, per modificare quanto previsto dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, riguardo al tetto massimo al prezzo dei biglietti, su tutti quelli dei voli che in partenza e in arrivo in Sicilia e in Sardegna. Emendamento che, stando a quanto riporta Il Sole 24 Ore, l’esecutivo avrebbe intenzione di presentare in commissione Industria al Senato.
La vittoria di Ryanair sarebbe rappresentata di fatto proprio dall’eliminazione del decreto del divieto di “fissazione dinamica delle tariffe in relazione al tempo di prenotazione”: le compagnie aeree tornerebbero a essere libere di aumentare e abbassare il costo dei biglietti, parametrandolo in base al numero di tagliandi già prenotati. A modifiche avvenute, il decreto si limiterebbe quindi a rafforzare i poteri dell’Antitrust, già impegnata peraltro a tutelare i consumatori finali e a vigilare su eventuali abusi di posizione dominante sul mercato delle aziende.
A tal proposito, l’autorità avrà il via libera per avviare istruttorie nei confronti delle compagnie aeree nei casi in cui i costi dei tagliandi dovessero salire almeno del 200% nelle rotte che collegano terraferma e isole, qualora ciò dovesse avvenire in concomitanza di disastri naturali o nei periodi vacanzieri, nel corso dei quali la domanda è più elevata. Con i poteri di cui dispone, l’autorità potrà in tali casi interrompere anche solo momentaneamente l’azione contestata.
All’Autorità garante della concorrenza e del mercato verrebbe infine concesso il potere di avviare indagini a scopo conoscitivo sul settore aereo al fine di imporre alle società del comparto comportamenti strutturali che rispettino al contempo i diritti della concorrenza e quello dei clienti finali. Tra i dati di cui essa potrà tener conto, dovrebbero esserci anche gli algoritmi e l’uso che le compagnie ne fanno per modificare il prezzo dei biglietti.
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di Alessandro Patella www.wired.it 2023-09-19 16:20:47 ,