Un sabato campale per Matteo Salvini, leader della Lega e attuale vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il quale rischia una condanna fino a 15 anni di reclusione nel processo sulla vicenda della nave Open Arms. Sabato 15 settembre, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, i pubblici ministeri Marzia Sabella, Calogero Ferrara e Giorgia Righi presenteranno la loro requisitoria finale, al termine della quale avanzeranno la richiesta di pena per Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.
La vicenda
Tutto inizia il primo agosto 2019, quando l’ong spagnola Open Arms effettua due soccorsi in mare, salvando 124 persone. Il giorno dopo la nave umanitaria chiede un porto di sbarco all’Italia, ma il incarico dell’Interno, guidato allora da Salvini, emana il divieto di ingresso in acque italiane. Nonostante i trasferimenti per motivi medici, a bordo restano bloccate 147 persone, tra cui 32 minori. Il braccio di ferro va avanti per 19 giorni: Open Arms presenta esposti e ricorsi, il Tar sospende il divieto, ma Salvini non indica comunque un porto di sbarco. La tensione sale, alcuni migranti si gettano in mare per la disperazione. Solo il 20 agosto, dopo l’intervento della procura di Agrigento, la nave attracca a Lampedusa. Secondo l’accusa, l’ex titolare del Viminale avrebbe agito in autonomia, in contrasto con l’allora premier, Giuseppe Conte, e violando le convenzioni internazionali sul soccorso in mare.
La Lega si prepara a scendere in piazza a sostegno del suo leader. “Rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso l’Italia e i suoi confini – si difende Salvini –. Ho fatto quello che ho fatto e lo rifarò con orgoglio”. Come riporta l’agenzia Adnkronos, durante l’assemblea al Senato di martedì sera il leader del Carroccio ha chiesto ai suoi di “alzare l’attenzione“. Via Bellerio annuncia almeno due weekend di gazebo in tutta Italia, il 21-22 e il 28-29 settembre. E anche il tradizionale raduno di Pontida del 6 ottobre si preannuncia un momento clou di questa mobilitazione.
Che pena rischia?
Il Codice penale prevede pene severissime per il sequestro di persona aggravato, fino a 15 anni, specie se commesso da un pubblico ufficiale. Nella sua requisitoria, secondo indiscrezioni riportate da Adnkronos, l’accusa insisterà sul fatto che “fosse plausibile che la ong sapesse in anticipo le coordinate della barca da soccorrere”, circostanza che per la difesa di Salvini, rappresentata dall’avvocata e senatrice Giulia Bongiorno, dimostrerebbe che “la ong sarebbe stata avvertita dagli scafisti”. Inoltre sostiene la difesa: “I primi paesi contattati e informati da Open Arms dopo le operazioni di salvataggio erano stati la Spagna (paese di bandiera della nave) e Malta (zona più vicina al punto dei salvataggi). L’Italia non aveva alcuna competenza e alcun obbligo con riferimento a tutti i salvataggi effettuati dalla nave spagnola Open Arms in quanto avvenuti del tutto al di fuori di aree di sua pertinenza”.
Accuse respinte dalla procura, che già in passato ha messo nel mirino Salvini per la “strumentalizzazione” del tema ong e i contatti con “tre ex poliziotti, definiti dal Gup di Trapani di ‘dubbia affidabilità'”. Secondo quanto emerso da una sentenza del Tribunale trapanese, questi soggetti avevano lavorato come “infiltrati” per conto della Lega. Per i pm, questi rapporti “andavano oltre il mero interesse a conoscere fenomeni e riguardavano fatti da rimettere alla Procura”. Secondo l’accusa, Salvini avrebbe usato questi ex agenti, ritenuti inaffidabili dai giudici, per avere informazioni riservate sulle ong, strumentalizzando il tema migranti a fini elettorali. “Stavolta si dimostrerebbe che la volontà di non fare sbarcare i migranti non nasceva da impedimenti tecnico-giuridici ma dal perseguimento di una proficua campagna elettorale”, ha detto il procuratore aggiunto Sabella, citando le testimonianze di Conte e degli ex ministri 5 Stelle, Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, allora alleati con Salvini.
Le prossime tappe processuali
E ora che succede? Dopo la requisitoria dell’accusa toccherà alle parti civili e infine alla difesa di Salvini, rappresentata dall’avvocata e senatrice Giulia Bongiorno, esporre le proprie argomentazioni. Questo passaggio potrebbe richiedere una o più udienze. Una volta concluse le discussioni, la parola passerà al tribunale. I giudici si ritireranno in camera di consiglio per valutare le prove e gli argomenti portati dalle parti. La sentenza è attesa entro la fine di ottobre. In caso di condanna, Salvini potrà fare appello in secondo grado e, eventualmente, ricorrere in Cassazione. Se invece sarà assolto, la procura potrà impugnare la sentenza davanti alla Corte d’appello.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-09-13 14:14:43 ,