Di tutti i problemi del sistema culturale italiano, che qualche direttore di musei statali faccia “ponte” di lunedì 24 aprile ci pare onestamente il più trascurabile. Anzi, ci pare un argomento per annacquare proprio quei problemi. Non è evidentemente così per il combattivo ministro dei Beni culturali Gennaro Sangiuliano, che con una fulminea lettera ha richiamato i manager delle strutture museali che fanno riferimento a via del Collegio Romano per essersi presi un giorno di ferie proprio di 24 aprile. E proprio alla vigilia della prima delle tre nuove giornate di accesso gratuito ai musei: appunto 25 aprile, 2 giugno e 4 novembre. Impudenza che pagheranno cara: a Ferragosto, ore 13, sono già convocati a pranzo col ministro ed ex direttore del Tg2.
“Gentili Direttori, ho riscontrato come molti di voi, tranne qualche lodevole eccezione, fossero in ferie lunedì 24 aprile, giornata di ponte verso la Festa della Liberazione – ha scritto Sangiuliano nella lettera diffusa da Dagospia – fermo restando che le ferie sono un diritto intangibile, vi faccio osservare che la peculiarità del nostro Ministero, le cui attività trovano particolare riscontro proprio in occasione di queste festività, suggerirebbe una puntuale presenza proprio in questi giorni. Per capirci, è come se le Forze dell’Ordine andassero in ferie quando la città si svuota per le vacanze estive”. Le ferie sono un diritto intangibile però dovete prenderle quando lo dico io, dice il ministro, assimilando i direttori dei musei ai poliziotti. Una bella esagerazione. Alla fine, sgancia il pezzo forte: “Con l’occasione, vi preannuncio che il 15 agosto p.v., alle ore 13.00, siete tutti invitati da me per un pranzo di lavoro. È gradita l’occasione per porgere cordiali saluti”.
Oltre la grottesca crociata contro i direttori, il tema di fondo è il parco dei provvedimenti, in gran parte di stampo populista, che Sangiuliano sta assumendo anziché occuparsi dei tanti e profondi drammi di un sistema gestionale dei musei di Stato vecchio, poco elastico e carente sotto molti punti di vista. A partire da quantità e qualità dell’organico. Il richiamo e il pranzo punitivo di Ferragosto è uno di questi. Un altro, ben più significativo, è per esempio l’insistenza sulla gratuità museale nei giorni festivi. Che sia una buona cosa in senso relativo è opinione comune: cultura gratis è una formula che piace a tutti. Che lo sia in senso assoluto rimarrebbe da analizzare con i dati alla mano e tenendo in considerazione almeno una manciata di altri aspetti. Per esempio, i musei statali sono falcidiati da una cronica mancanza di personale, proprio quei direttori a cui il giornalista e storico si rivolge lo denunciano da tempo: che risposte ha fornito in questi mesi Sangiuliano a quegli appelli, che spesso – fuori dagli spottoni ministeriali – implicano anche aperture a singhiozzo, ad orari o spazi espositivi fortemente ridotti?
Insomma, oltre il 25 aprile, il 2 giugno o il 4 novembre, giorni festivi in cui l’afflusso dei visitatori cresce naturalmente – e aumenta a dismisura grazie alla gratuità mettendo ancora di più sotto pressione i lavoratori – che cosa è stato fatto per consentire alle strutture statali di poter operare, sempre e al massimo delle loro potenzialità, nei restanti giorni dell’anno? Quali limiti sono stati posti al ricorso alle cooperative e alle società esterne che spesso pagano poco, male e tardi i collaboratori a contratto?
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di Simone Cosimi www.wired.it 2023-04-26 10:59:35 ,