Secondo chi indaga, Angelika Hutter potrebbe aver investito e ucciso un bimbo di 2 anni, il suo papà e la sua nonna a Santo Stefano di Cadore in seguito a uno “scatto d’ira” dovuto a condizioni psicologiche precarie. La donna, infatti, soffrirebbe di problemi psichici.
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Nessun gesto volontario, secondo gli inquirenti, da parte di Angelika Hutter, la donna tedesca che nella giornata di giovedì ha travolto e ucciso 3 persone, tra cui un bimbo di neppure 2 anni, a Santo Stefano di Cadore. Secondo gli inquirenti, la donna potrebbe aver investito la famigliola in vacanza in seguito a uno “scatto d’ira” e a condizioni psicologiche e socioeconomiche precarie. Stando a quanto si legge nell’ordinanza di convalida di arresto emessa dal giudice per le indagini preliminari, Enrica Marson, Angelika Hutter viveva nella sua auto da diverso tempo e si trovava in Italia da mesi.
Ad evidenziare uno stato psicofisico precario della donna, stando a quanto si legge nelle 14 pagine di ordinanza, alcuni racconti rilasciati da un testimone oculare del sinistro stradale e il resoconto di alcuni poliziotti intervenuti il giorno prima dell’incidente mortale da MediaWorld.
Secondo quanto riferito dal testimone oculare, infatti, poco prima dell’incidente Angelika Hutter era stata avvistata nei pressi di una fontana pubblica con in mano alcune bottiglie di plastica vuote. L’uomo ha riferito agli inquirenti di aver visto Hutter intenta a riempire le bottiglie vuote, per poi risalire nell’Audi nera che guidava al momento dell’incidente.
“La donna che ho visto – ha raccontato il testimone a chi indaga – aveva lasciato i portelloni dell’auto spalancati mentre riempiva le bottiglie vuote alla fontanella. Quando è tornata a bordo della vettura, l’ho sentita discutere animatamente con qualcuno, mi sembrava che con lei vi fosse un bimbo di circa 10 anni. Urlava in una lingua a me incomprensibile. Poco dopo ha sbattuto violentemente le portiere della macchina, tirato all’aria le bottiglie di plastica e ripreso a guidare verso Santo Stefano di Cadore”.
Pochi minuti dopo da quell’avvistamento, Il testimone avrebbe rivisto la donna in questione sul luogo dell’incidente. Secondo quanto riportato nell’ordinanza, Hutter risulta disoccupata e da un paio di mesi viveva tra l’Alto Adige e il veneto. La donna dormiva in macchina e nella sua vettura sono stati trovati alimenti confezionati, bevande, un frigo da viaggio per automobili, alcune borse, vestiti e coperte per la notte.
L’intervento delle forze dell’ordine da MediaWorld
Il giorno prima dell’incidente costato la vita a 3 persone, le forze dell’ordine erano state chiamate presso il negozio MediaWorld del posto. Stando a quanto si legge nell’ordinanza del 10 luglio, gli agenti avrebbero fermato proprio Angelika Hutter, che nel corso dell’identificazione si era definita senza fissa dimora. La donna è apparsa molto agitata e mentre le forze dell’ordine cercavano di capire l’accaduto, avrebbe più volte insultato il titolare del negozio in tedesco perché l’uomo non aveva voluto “sostituirle il cellulare”.
Secondo quanto reso noto, nel corso dell’intervento degli agenti, Hutter avrebbe più volte intimorito i clienti e urlato contro la pattuglia e lo staff del negozio. Nell’Audi che la donna guidava, le forze dell’ordine avrebbero ritrovato anche un martello custodito in una borsa. Per questo motivo, Hutter era stata denunciata per resistenza a pubblico ufficiale
Il ricovero in Psichiatria
La donna si trova ora ricoverata nel reparto di Psichiatria per accertamenti ed è piantonata dalle forze dell’ordine. È risultata negativa ad alcol e droghe e ha spiegato in inglese alle forze dell’ordine quanto accaduto nella mattinata di giovedì. Le informazioni raccolte nel corso delle indagini e con le testimonianze, l’ipotesi di un omicidio volontario è diventata sempre più marginale.
I funerali delle vittime dell’incidente
Saranno celebrati venerdì 14 luglio alle ore 10.30, nella chiesa di Sant’Andrea a Favaro Veneto (Venezia), i funerali congiunti del piccolo Mattia, travolto dall’auto di Angelika Hutter, del papà Marco e della nonna Maria Grazia Zuin Su richiesta dei familiari, l’ingresso alla chiesa sarà riservato prioritariamente ai parenti e alle amicizie più intime, oltre che ad una rappresentanza dei Comuni di Venezia e di Santo Stefano di Cadore.
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di Gabriella Mazzeo
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2023-07-11 17:33:39 ,