di Luca Nardi
Cape Canaveral Air Force Station, Florida, Stati Uniti. Alle 00:11 italiane dell’1 febbraio, a bordo di un Falcon 9 della Space X di Elon Musk, è partito un satellite tutto italiano, il secondo della costellazione Cosmo SkyMed di seconda generazione. Cosmo SkyMed è quella che viene chiamata costellazione di satelliti, ossia un insieme di satelliti che operano in gruppo, scandagliando la terra da diversi punti di vista per raggiungere degli obiettivi comuni. Dopo una serie di rinvii per maltempo e per la presenza di una imbarcazione nell’area off limits, il lancio è andato a buon fine
In questo caso gli obiettivi sono molteplici, sia civili che militari in quanto il sistema è sviluppato in tandem dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e dal ministero della Difesa. La costellazione è realizzata grazie ai contributi dell’azienda Leonardo e delle sue joint venture Thales Alenia Space e Telespazio insieme a varie piccole e medie imprese. Cosmo SkyMed è una missione partecipante al progetto europeo Copernicus, una grande rete di satelliti dedicati all’osservazione del nostro fragile pianeta.
Il lancio del satellite
La prima generazione di Cosmo SkyMed è costituita da quattro satelliti, lanciati tra il 2007 e il 2010 e tuttora in orbita. A questi, a dicembre 2019 si è aggiunto il primo satellite di seconda generazione e il secondo è quello che è stato lanciato questa notte. Sono previsti altri due lanci nei prossimi anni (di cui il prossimo nel 2024) che porteranno in orbita gli altri due satelliti della seconda generazione, la quale andrà gradualmente a sostituire la prima assicurando la qualità e la continuità delle osservazioni.
Il lancio appena avvenuto del secondo satellite era in teoria previsto per il 2021 a bordo di un Vega-C dell’italiana Avio, ma a causa dei problemi avuti con i lanci VV15 e VV17 e i rallentamenti dovuti alla situazione pandemica, il debutto di questo vettore ha subito dei ritardi. Per questa ragione, l’Asi ha scelto di lanciare con il Falcon 9 della Space X, dalla piattaforma 40 di Cape Canaveral. Nei piani dell’agenzia, ad ogni modo, il terzo satellite sarà lanciato con il Vega-C come da programma.
Cosa fanno i Cosmo SkyMed
I satelliti di Cosmo SkyMed sono equipaggiati con dei sensori radar ad altissima risoluzione. Nonostante quello che dice l’acronimo della missione, che sta per COnstellation of small Satellites for Mediterranean basin Observation (costellazione di piccoli satelliti per l’osservazione del bacino Mediterraneo), i dati ottenuti da questi radar coprono l’intero pianeta, sia di notte che di giorno, a prescindere dalle condizioni meteorologiche, e sono in grado di restituire immagini geo-localizzate estremamente accurate che potranno essere usate sia per scopi militari che per monitorare il nostro pianeta con elevata precisione. Tra i possibili utilizzi dei dati di Cosmo SkyMed c’è per esempio il monitoraggio dell’impatto dei cambiamenti climatici, dall’estensione dei ghiacciai all’innalzamento del livello del mare, dalla desertificazione al monitoraggio degli eventi atmosferici estremi. Si potranno utilizzare anche per monitorare la gestione delle risorse, dall’acqua per i raccolti allo studio dei terreni destinati ad agricoltura e allevamento. O, perché no, sarà possibile anche usare i dati dei radar per monitorare gli edifici storici e le aree archeologiche, valutando se e come questi siti variano nel corso del tempo, oppure lo stato di infrastrutture strategiche come dighe o ponti.
Nel cosiddetto segmento di Terra, ossia nell’insieme di infrastrutture e operatori che tengono sotto controllo la missione, i dati saranno gestiti, archiviati, elaborati e distribuiti. I dati di COSMO-SkyMed sono commercializzati in tutto il mondo da e-Geos, una joint venture tra Telespazio e Asi, mentre l’elaborazione e la gestione dei segnali satellitari è responsabilità militare, e in particolare del Centro interforze di telerilevamento satellitare di Pratica di Mare.
Source link
www.wired.it
2022-02-01 08:12:31