Satelliti, l’Europa alza la posta nella corsa allo spazio. La Commissione europea ha firmato oggi a Bruxelles un contratto da 10,6 miliardi di euro per la realizzazione di Iris², una costellazione di satelliti per le comunicazioni sicure che rappresenta il più ambizioso progetto spaziale europeo dell’ultimo decennio. Il sistema, che sarà operativo dal 2030, prevede il lancio di 290 satelliti e vede la partecipazione di grandi aziende private del settore aerospaziale europeo attraverso il consorzio SpaceRise, guidato dai tre dei maggiori operatori satellitari europei: Eutelsat, colosso francese delle telecomunicazioni satellitari che ha recentemente acquisito OneWeb, Ses, operatore lussemburghese leader nei servizi satellitari globali, e Hispasat, principale operatore spagnolo di satelliti per telecomunicazioni. Ma include anche altre grosse aziende come le francesi Airbus e Thales, Deutsche Telekom e l’italiana Telespazio.
Il progetto, annunciato due anni fa, ha subito una significativa revisione dei costi rispetto ai 6 miliardi inizialmente previsti. Il 61% del finanziamento sarà pubblico, con l’Unione europea che contribuirà per 6 miliardi di euro e l’Agenzia spaziale europea (Esa) per 550 milioni, mentre la parte restante verrà dal settore privato.
La sfida tecnologica
La nuova costellazione satellitare rappresenta il terzo grande progetto infrastrutturale europeo nello spazio, dopo il sistema di navigazione Galileo e Copernicus, la più grande rete di osservazione della Terra al mondo. L’obiettivo è duplice: fornire servizi di comunicazione sovrani e sicuri agli stati membri dell’Ue e rivitalizzare il settore spaziale europeo con un progetto all’avanguardia.
La strategia di Iris² prevede la disposizione dei satelliti su due livelli orbitali differenti. Una parte della flotta opererà nella cosiddetta Leo (Low earth orbit, orbita terrestre bassa), fino a 2.000 chilometri di altitudine, mentre altri satelliti verranno collocati nella Meo (Medium earth orbit, orbita terrestre media), a circa 8.000 chilometri dalla Terra. Come riportato nel comunicato dell’Esa, questa configurazione su più orbite permetterà ai satelliti di comunicare in modo sicuro e veloce, mantenendo una connessione costante senza dover ricorrere a migliaia di satelliti. Un approccio diverso rispetto a Starlink, che opera solo nell’orbita bassa con oltre 6.000 satelliti per garantire un servizio continuo. Josef Aschbacher, direttore generale dell’Esa, ha sottolineato come “in un mondo geopoliticamente sempre più complesso, garantire comunicazioni governative resilienti, sicure e veloci è essenziale”. Il sistema sarà decisivo per applicazioni governative sensibili, come la sorveglianza e la gestione delle crisi, pur dedicando la maggior parte della sua capacità a servizi commerciali a banda larga per imprese e famiglie.
L’impatto sul settore spaziale europeo
Il programma si propone di rivitalizzare un’industria spaziale europea in difficoltà. Come evidenziato nel rapporto sulla competitività europea pubblicato a settembre dall’ex premier italiano Mario Draghi, Starlink di Elon Musk, con oltre 6mila satelliti che forniscono servizi di comunicazione in più di 100 paesi, sta “rivoluzionando gli operatori e i produttori di telecomunicazioni europei“. Le vendite commerciali e le esportazioni del settore sono tornate ai livelli del 2009, con l’Ue che sta perdendo terreno rispetto agli Stati Uniti nella propulsione dei razzi e nelle mega-costellazioni per le telecomunicazioni.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-12-16 15:22:00 ,