di Lily Hay Newman
“Tecnicamente, su questo satellite o sulla maggior parte dei satelliti non vengono eseguiti controlli. Se si riesce a generare un segnale abbastanza potente da raggiungere il satellite, questo poi lo rimanderà giù sulla Terra – spiega Koscher –. Servirebbero una grande parabola e un amplificatore potente, oltre a sapere ciò che si sta facendo. E se il satellite fosse in piena funzione, bisognerebbe riuscire a sopraffare chiunque stia usando quel particolare punto o quella frequenza del transponder“.
Precedenti e possibili rischi
In altre parole, chiunque gridi più forte in un microfono (nell’orbita geosincrona) riuscirebbe ad amplificare al massimo la propria voce. E anche se sopraffare le grandi emittenti non è una cosa semplice, ci sono dei precedenti. Nel 1986, per esempio, un hacker che si faceva chiamare Captain Midnight riuscì a interrompere la trasmissione del film Il gioco del falco sull’emittente statunitense Hbo dirottando il segnale del satellite Galaxy 1.
In tempi più recenti dei criminali informatici hanno sfruttato dei satelliti poco utilizzati per i loro scopi. Nel 2009 la polizia federale brasiliana ha arrestato 39 persone sospettate di aver sabotato i satelliti della marina statunitense, utilizzando antenne ad alta potenza e altre attrezzature ad hoc per comunicazioni radio cb (banda cittadina) a breve distanza.
Koscher sottolinea che la mancanza di sistemi di autenticazione e di controlli potrebbe consentire a un paese di sabotare i satelliti di un’altra nazione. “Una delle implicazioni è che gli stati che vogliono trasmettere la propria propaganda potrebbero farlo senza lanciare un loro satellite ma usandone un altro, se dispongono dell’attrezzatura di terra“, spiega Koscher.
Ang Cui, un ricercatore che si occupa di sicurezza dei dispositivi embedded e che nel 2020 ha lanciato il progetto di stazione di terra open source NyanSat, sottolinea che i satelliti dismessi non sono gli unici che potrebbero essere sabotati: “Sarebbe possibile prendere il controllo anche dei satelliti più recenti“, dice. Ma pensando ai satelliti alla fine del proprio ciclo di vita, Cui aggiunge: “Ci sono sicuramente satelliti che si limitano a starsene lassù“.
Uno dei colleghi di Koscher, Falcon, nota che da una prospettiva di pluralismo e libertà dell’informazione le capacità di uplink satellitare potrebbero essere ripensate in modo da essere disponibili più diffusamente. “Magari potrebbero diventare un servizio pubblico universale“, dice Falcon guardando in lontananza.
Source link
www.wired.it
2022-04-02 05:00:00