E anche quota 140.000 è andata. L’anno dei record, il 2016, con i suoi 181.000 sbarchi difficilmente sarà eguagliato negli ultimi due mesi e mezzo dell’anno, ma il 2023 passerà agli annali come uno dei più impegnativi nella storia dei flussi migratori. Negli ultimi sette anni, mai così tanti i migranti che sono riusciti a raggiungere l’Italia via mare, con barchini, gommoni, pescherecci. E a loro devono aggiungersi quelli che sono riusciti ad arrivare via terra dalla rotta balcanica.
Un pessimo risultato per il governo Meloni che è salito al governo annunciando una strategia, poi cambiata più volte, per azzerare gli sbarchi. E oggi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi presenterà in Parlamento un’informativa sullo stato dei flussi migratori.
Rispetto agli altissimi numeri dell’estate (tra luglio e settembre sono sbarcate quasi 70.000 persone) il mese di ottobre sta facendo segnare un fisiologico calo autunnale. A rallentare è stata nelle ultime settimane la rotta tunisina, mentre sono in ripresa le partenze dalla Libia e anche quelle dalla Turchia che aveva rallentato dopo la tragedia del naufragio di Cutro. Negli ultimi giorni invece sulle coste calabresi è arrivata una barca al giorno. E poi c’è la sorpresa della nuova rotta sulle Canarie con vecchie piroghe che hanno portato migliaia di persone in pochi giorni.
La nazionalità più rappresentata è a sorpresa la Guinea, seguita da Costa d’Avorio e Tunisia.
In forte affanno il sistema di accoglienza che ospita più di 141.000 persone, 105.000 delle quali ( tutti richiedenti asilo) sono ammassati in condizioni proibitive nei grandi centri mentre, dopo che il decreto Cutro ha riservato solo ai rifugiati il diritto ad entrare nel circuito dell’accoglienza diffusa, risulta fortemente ridimensionato il Sai, il sistema di ospitalità negli appartamenti e nelle piccole strutture dove i migranti possono imparare la lingua e seguire corsi di formazione, anticamera dell’integrazione. La maggior parte di coloro che arrivano, dunque, viene lasciato per mesi, se non per anni, nei grandi centri senza poter svolgere alcuna attività.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-10-17 08:58:39 ,www.repubblica.it