Scendono i nuovi casi, con un’incidenza in calo in 20 regioni su 21, in calo anche i ricoveri, sia nelle terapie intensive che nei reparti ordinari, l’indice di contagio Rt è decisamente sotto 1, ma il numero dei decessi è ancora molto alto in quanto è la conseguenza dell’alto numero di casi che si registrava fino a una ventina di giorni fa: è davvero cambiata l’epidemia di Covid-19 in Italia ed è entrata in una nuova fase dominata dalla variante Omicron e nella quale la sotto-variante BA.2 costituisce ancora un punto interrogativo. “Siamo agli inizi: c’è stato un picco molto stretto e la discesa dei casi sembra abbastanza rapida”, osserva il fisico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma.
“È evidente anche la discesa dei ricoveri nelle terapie intensive, mentre i decessi si trovano su un plateau”. Per il fisico il vaccino è il fattore decisivo in questo momento della pandemia: “Se non ci fosse stato avremmo potuto avere teoricamente fino a 4.000 decessi al giorno, evitabili con pesanti lockdown. È una pandemia che in questo momento colpisce soprattutto i non vaccinati, mentre per capire l’impatto della sotto-variante BA.2 servono più dati e più sequenze genetiche”. Anche per il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca, “i nuovi casi di Covid sono circa 10 volte di più rispetto a quelli registrati un anno fa, ma i ricoveri sono ridotti del 50% e clinicamente stiamo vedendo un virus completamente diverso da quello della prima ondata”.
Nonostante tutte le curve dell’epidemia stiano scendendo, i numeri sono ancora alti. L’aggiornamento giornaliero del ministero della Salute indica 112.691 nuovi casi in 24 ore, contro i 118.994 del giorno precedente. Sono stati individuati con 915.337 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 964.521 del giorno prima; il tasso di positività è rimasto stabile al 12,3%. In generale la curva dell’incidenza dei casi di Covid-19 sta scendendo in tutte le regioni e province autonome tranne che in Sardegna, dove si osserva un leggero aumento, come indica l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Anche la Fondazione Gimbe rileva una flessione dei casi nell’ultima settimana, dopo tre settimane di sostanziale stabilità. Una flessione che, secondo il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta, “in parte si deve al calo dei tamponi totali (-8,1%) e in parte a una minore circolazione del virus, che però resta ancora molto elevata”.
Per quanto riguarda i ricoveri, i dati del ministero della Salute indicano che nelle terapie intensive sono complessivamente 1.457, ossia 67 in meno in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite, i nuovi ingressi sono stati 95; nei reparti ordinari i ricoveri sono 19.324, ossia 226 in meno del giorno precedente. Che la pressione sugli ospedali si stia riducendo lo indicano anche i dati di Altems (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica) relativi al periodo 27 gennaio-2 febbraio. “L’indice di stress evidenzia nella settimana un valore medio nazionale pari a 7,03 (con un’incidenza media settimanale tra 27 gennaio e 2 febbraio pari a 1.519 nuovi casi ogni 100.000 abitanti e 47.953.207 persone che hanno completato il ciclo vaccinale) con valori differenti tra le regioni”, rileva il direttore di Altems, Americo Cicchetti. La rilevazione condotta dalla Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) in otto ospedali sentinella dal 25 gennaio al primo febbraio, indica che fra le donne che hanno partorito una su quattro era positiva al virus Sars-CoV-2. Fra le regioni, infine, i dati del ministero della Salute indicano che gli aumenti maggiori dei casi giornalieri si sono registrati in Lombardia (14.989), Emilia Romagna (12.012), Veneto (11.902), Lazio (11.612), Campania (10.178).
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2022-02-03 19:13:34 ,