ROMA – Un’azione coordinata che coinvolge tre città. L’ultimo atto del caso degli scontri in autostrada tra ultrà di Roma e Napoli. L’operazione disposta dal tribunale di Arezzo, con l’impiego delle digos di Roma e Napoli, ha messo in atto all’alba 33 perquisizioni.
Scontri A1 tra ultrà di Roma e Napoli: 33 perquisizioni
Un maxi blitz delle forze dell’ordine, figlio dell’inchiesta sugli scontri che a gennaio avevano visto protagonisti i gruppi ultrà di Roma e Napoli sull’autostrada A1, all’autogrill di Badia al Pino: un pomeriggio da incubo che ha paralizzato e terrorizzato la principale arteria del nostro Paese. L’azione degli agenti è scattata in concomitanza ad Arezzo, Napoli e Roma: una persona è stata raggiunta nella propria abitazione ad Arezzo, un ultras dell’Arezzo ritenuto legato ai Fedayn romanisti. Altre 12 perquisizioni hanno raggiunto tifosi del Napoli, identificati come partecipanti a quegli incidenti. Ma la mole più massiccia di interventi ha riguardato Roma, dove gli agenti sono entrati in abitazione di 20 persone, tutte in qualche forma coinvolte nell’episodio di violenza di gennaio.
Cosa era successo
In quegli scontri tanti erano rimasti feriti, pochi avevano fatto ricorso alle cure, fuggendo per evitare l’arresto. Gli assalti coordinati avevano portato le forze dell’ordine a identificare 190 persone, ad arrestarne quattro – poi scarcerate – e creato code chilometriche in autostrada. Un pomeriggio di follia a cui poi erano seguite le sanzioni: due mesi senza trasferte per entrambe le tifoserie.