Gli studi sugli esopianeti riservano nuove sorprese: un team internazionale di ricercatori dell’Università di Montreal, in Canada, ha annunciato la scoperta di Toi-1452 b, un esopianeta a circa 100 anni luce dalla Terra che sembrerebbe essere ricoperto da uno spesso strato di acqua. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista The Astronomical Journal. Mentre gli astronomi sperano di confermare queste supposizioni attraverso le osservazioni del James Webb Space Telescope, da quest’ultimo arrivano nuove scoperte: uno studio pubblicato in pre-print su AirXiv e che prossimamente, dopo aver superato il processo di revisione tra pari, sarà pubblicato sulla rivista Nature, riporta la scoperta di anidride carbonica nell’atmosfera di un esopianeta delle dimensioni di Saturno, a 700 anni luce di distanza dalla Terra: si tratta del primo rilevamento di questa sostanza in un pianeta al di fuori del Sistema solare.
Alla ricerca di esopianeti
Esistono alcuni telescopi che scandagliano l’intero cielo, ben oltre il nostro Sistema solare, per trovare stelle remote e i relativi esopianeti, ovvero quei corpi celesti che orbitano attorno a stelle simili al Sole, e studiarne le caratteristiche: è quanto sono riusciti a fare i ricercatori dell’università canadese, utilizzando il Transiting exoplanet survey satellite (Tess) della Nasa, telescopio spaziale lanciato in orbita nel 2018 che esplora il cielo alla ricerca di sistemi planetari simili al nostro. In particolare, analizzando le osservazioni fatte con Tess, i ricercatori hanno individuato un segnale sospetto: il telescopio, infatti, registrava una leggera diminuzione della luminosità periodica, ogni 11 giorni; ciò suggeriva l’esistenza di un pianeta circa il 70% più grande della Terra, che presumibilmente orbita attorno a una delle due stelle di un sistema binario situato nella costellazione Draco, a circa 100 anni luce dalla Terra. Per confermare queste supposizioni, gli scienziati si sono serviti del telescopio dell’osservatorio di Mont-Mégantic, in Canada, in grado di osservare il sistema binario a una maggior risoluzione.
I pianeti “oceanici”
In effetti, grazie ai dati provenienti dal telescopio sulla Terra, i ricercatori hanno appurato che il segnale era dovuto proprio a un esopianeta che orbita attorno alla stella più grande. Ma non è finita qui: sebbene Toi-1452 b (questo il nome dato all’esopianeta) sia probabilmente roccioso come la Terra, il suo raggio, massa e densità suggeriscono caratteristiche interne molto diverse da quelle del nostro pianeta, fondamentalmente composto da metalli e rocce. Secondo le analisi degli scienziati, l’esopianeta potrebbe essere formato da acqua per il 30% della sua massa (contro l’1% di cui è composta la Terra), una proporzione simile a quella di alcuni satelliti del Sistema solare, come le lune di Giove Ganimede e Callisto e le lune di Saturno Titano ed Encelado. Pianeti di questo tipo, le cui dimensioni e densità possono essere spiegate solo se gran parte della loro massa è costituita da materiali più leggeri come l’acqua sono stati soprannominati “pianeti oceanici”, ma non è stata mai dimostrata la loro esistenza, per lo meno fino ad ora.
Un lavoro per il telescopio spaziale
Secondo gli autori del lavoro, l’esopianeta potrebbe essere un perfetto oggetto di studio per il James Webb Space Telescope (Jwst), in quanto piuttosto vicino alla Terra e in una regione del cielo che il telescopio può osservare tutto l’anno. “Le nostre osservazioni con il telescopio Webb saranno essenziali per comprendere meglio Toi-1452 b“, ha affermato René Doyon, autore dello studio che ha anche supervisionato l’ideazione di un componente del Jwst. “Non appena possibile, riserveremo del tempo su Webb per osservare questo mondo strano e meraviglioso“.
Nel frattempo, Webb si dedica ad altri esopianeti: gli astronomi che lavorano al Jwst, infatti, hanno trovato anidride carbonica nell’atmosfera di Wasp-39b, un pianeta delle dimensioni di Saturno a 700 anni luce di distanza, che ruota attorno alla sua stella ogni 4 giorni, compiendo un’orbita molto più stretta di quella di Mercurio attorno al Sole. Prima di Jwst, i telescopi spaziali Hubble e Spitzer avevano precedentemente trovato vapore acqueo, sodio e potassio nell’atmosfera dell’esopianeta: adesso Webb ha aggiunto un nuovo tassello per fare luce sulla composizione dell’atmosfera del pianeta, rimasta a lungo un mistero. La scoperta fornisce indizi su come si è formato Wasp-39b e dimostra quanto velocemente Jwst possa identificare, nell’atmosfera di un esopianeta, la presenza di anidride carbonica e altri gas, come metano e ammoniaca, che potrebbero suggerirne la sua potenziale abitabilità.
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di Chiara Di Lucente www.wired.it 2022-08-26 11:02:13 ,