Come già il car sharing, è con l’home schooling, la scuola fai da te, che i No vax stanno provando ad aggirare le restrizioni decise dal governo nella strategia della lotta al Coronavirus e nel tentativo di portare sempre più persone a vaccinarsi. «Quando la legge diventa ingiustizia, la resistenza diventa un dovere»: il sito difendersiora.it si apre con una citazione di Thomas Jefferson. Qui si organizza la scuola fai da te, un’ipotesi prevista dalla legge e che ora, in tempi di Covid, sta rappresentando un’alternativa a quei genitori che non vogliono vaccinare i figli (il vaccino non è obbligatorio, si ricorda) o che hanno in spregio cose come la mascherina in classe, il green pass e il distanziamento.
La scuola familiare
L’homeschooling o home education, si legge sul sito del Miur, è un’alternativa alla frequenza delle aule scolastiche rappresentata dall’istruzione parentale conosciuta anche come scuola familiare o “paterna” (sic!). La soluzione prevede quindi la scelta della famiglia di provvedere direttamente all’educazione dei figli. I genitori qualora decidano di avvalersi dell’istruzione parentale devono rilasciare al dirigente scolastico della scuola più vicina un’apposita dichiarazione, da rinnovare anno per anno, circa il possesso della capacità tecnica o economica per provvedere all’insegnamento parentale. Il dirigente scolastico ha il dovere di accertarne la fondatezza. A garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione, il minore è tenuto a sostenere un esame di idoneità all’anno scolastico successivo.
Sul sito difendersiora.it, si legge in un’inchiesta del Mattino, vengono sponsorizzati corsi a 40 euro al mese a Napoli, per esempio, per bimbi non vaccinati dai 5 agli 11 anni. Al Chiostro di San Gregorio Armeno, grazie alle suore di Santa Patrizia. La scuola familiare aveva già riscosso successo nel 2017 all’epoca dell’introduzione di nuove vaccinazioni obbligatorie per la scuola. L’obbligo è di istruire ed educare i figli, ma non di mandarli a scuola: mettere a disposizione la scuola è il modo che ha scelto lo Stato per agevolare i genitori ad espletare questo compito, ma i genitori sono assolutamente liberi scegliere se usufruire di questo servizio oppure no!, si legge ancora. L’associazione Icca Onlus, ricostruisce ancora Il Mattino, fornisce «assistenza legale» e si impegna a restituire le rette in caso a fine anno il bambino o la bambina non superino l’esame di idoneità richiesto dal Miur.
La testimonial
Testimonial dell’impresa, a Napoli, è una protagonista degli anni ’90, si legge ancora su Il Mattino: Simona Sessa, ex showgirl di Telegaribaldi. Si definisce free-vax e sul suo sito racconta di essere una professionista dell’estetica, della bellezza e del mondo olistico. «Da anni mi dedico con successo all’estetica (sono specializzata anche in quella maschile) e aiuto a essere più belli e curati. Sono operatrice olistica, estetista, massaggiatrice, Consulente del Benessere per una nota azienda mondiale e appassionata di studi sulla Naturopatia». Come «hobby» fa la «giornalista indipendente ed attivista, la vlogger come missione per aiutare la gente e per informare su come migliorare la propria salute e la propria vita. Oggi purtroppo per fare il giornalismo vero bisogna non lavorare per giornali o media per poter esprimere la verità». Al Mattino racconta di aver organizzato una home schooling insieme ad altre famiglie per il figlio di 11 anni.
In copertina ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO | Un asilo a cielo aperto, con sedie e tavolini, giochi, palloncini, lezioni di baby yoga, disegni coi gessetti sulla strada, spettacoli teatrali e pranzo al sacco per “difendere la libertà di scelta vaccinale”. È l’iniziativa messa in campo oggi, di fronte al Comune di Torino, da un gruppo di genitori con i loro bambini, molti dei quali hanno ricevuto la lettera del Comune che comunica loro l’esclusione da scuola per il mancato rispetto dell’obbligo vaccinale, 15 maggio 2018.
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Scritto da Redazione perwww.open.online il 2021-12-07 08:59:38 ,