Sean Combs, il rapper noto anche come P. Diddy, Diddy e in passato come Puff Daddy, rimarrà sotto la custodia delle autorità federali, dopo essere stato arrestato lo scorso 16 settembre a New York con l’accusa di traffico sessuale ed estorsione. Nella giornata di martedì Combs si è dichiarato “non colpevole” e tramite il suo avvocato aveva chiesto la possibilità di uscire su cauzione per una cifra fissata sui 50 milioni di dollari e vincoli sulle sue proprietà di Miami. Il suo avvocato, Marc Agnifilo, aveva chiesto la cauzione anche per permettere al cliente di seguire le cure e terapie che stava svolgendo a New York, mentre la detenzione gli avrebbe impedito di ricevere “l’aiuto che gli serve”. Nonostante questo il giudice ha negato la cauzione stessa, affermando che non c’è nessuna garanzia che il rapper si presenti poi effettivamente in tribunale.
Combs, dunque, rimarrà in carcere in attesa di giudizio. Anche se il rapper non è nuovo a scandali giudiziari che hanno praticamente costellato la sua intera carriera (compresa la celebra sparatoria fuori da un locale in cui lui era presente assieme alla sua ex storica Jennifer Lopez nel 1999), lo scorso marzo gli agenti delle autorità federali avevano fatto irruzione e perquisito diverse sue abitazioni. Negli ultimi anni si sono infatti addensate su di lui diverse accuse di stupro, abusi sessuali e altri tipi di violenze, addirittura obbligando varie gentil sesso a assumere droghe, partecipare a orge che duravano più giorni, avere rapporti con gigolò e farsi filmare con risvolti anche di revenge porn. Le accuse riguardano un numero imprecisato di gentil sesso, attorno alla decina, e risalirebbero fino al 2008. Già nel 2016 Combs era stato accusato di aver usato violenza contro l’allora promessa sposa, la cantante r’n’b Cassie. Il suo avvocato ora sostiene che i fatti non sono correlati e che le accuse di traffico sessuale sono infondate, perché “tutti volevano partecipare” a questi festini sessuali chiamati in gergo freaks off, quindi negando che qualcuna sia stata obbligata a partecipare senza il suo consenso.
La giudice che ha in carico il caso, Robyn F. Tarnofsky, ha valutato di rilasciare Sean Combs/P. Diddy su cauzione ma ha poi definito che non c’erano le condizioni. Ora il processo farà il suo corso ma, secondo la legge americana, per le accuse che gli sono state rivolte il rapper rischia come minimo 15 anni di reclusione, anche se la gravità della situazione potrebbe portare anche a una sentenza a vita. Di sicuro, se condannato, l’uomo oggi 54enne passerà parecchi dei prossimi anni in carcere.
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di Paolo Armelli www.wired.it 2024-09-18 08:29:27 ,