È tornata l’Italia degli ultimi Mondiali. Se c’era una partita che, sulla carta, gli azzurri del rugby non avrebbero potuto mai vincere era questa con l’Irlanda a Dublino, ma il modo in cui è successo ha fatto ripensare alle sconfitte degli azzurri l’anno scorso in terra di Francia, anche se questa volta il passivo (è finita 36-0, con 6 mete dei verdi) è stato meno pesante rispetto al -79 del torneo iridato con gli All Blacks e del -53 con la Francia. Già, i francesi: saranno i prossimi rivali dell’Italrugby, domenica 25 a Lilla (quest’anno a Parigi non si gioca causa preparativi per l’Olimpiade), ma se la squadra del ct Quesada sarà quella di oggi c’è il rischio di un’altra pesantissima sconfitta. Intanto l’Irlanda incassa anche il punto di bonus per chi segna quattro o più mete e onora l’impegno, nel più puro spirito del rugby, impegnandosi alla morte, come se fosse in svantaggio, anche nei minuti di recupero, quando il capitano Caelan Doris, con il volto insanguinato per un colpo ricevuto, guida i suoi all’assalto per segnare un’ultima meta. Che per la verità arriva, ma viene poi annullata perché l’ovale tocca terra prima della fatidica linea che assegnerebbe altri cinque punti al team di casa, sospinto a gran voce da un pubblico unico come sempre. In precedenza gli irlandesi avevano segnato una delle loro mete, la quinta con Lowe autore di una splendida accelerazione, con l’Italia in inferiorità numerica per l’espulsione temporanea di Menoncello, al quale era stato mostrato il ‘giallo’ per uno sgambetto allo stesso Lowe.
Ma, al di là di tutto, è stata, semplicemente, un’Irlanda troppo forte per questa Italia avviata, secondo i bookmakers e non solo, verso un altro cucchiaio di legno, mentre i verdi puntano a un altro grande slam e intanto guidano la classifica del torneo con dieci punti. Gli azzurri non hanno mai avuto praticamente una chance di fare punti, se non all’inizio quando Paolo Garbisi ha avuto un calcio piazzato a favore ma non è riuscito a trasformarlo. Poco dopo, al 7′, c’è stata la prima meta irlandese con Crowley e da lì è cominciato l’incubo italiano, alle prese con una difesa aggressiva come quella degli irlandesi, forti anche in avanzamento al punto da giocare, nella ripresa, un’azione da 24 fasi con l’ovale in mano, senza che capitan Lamaro e i suoi riuscissero a tamponare, nonostante il coraggio nei placcaggi. Su uno dei quali uno dei migliori degli azzurri, Federico Ruzza, è uscito malconcio e ora non rimane che sperare che sia disponibile per la Francia. Nel frattempo di questa partita è già diventata virale l’immagine del bambino di otto anni, Stevie Mulrooney, che ha fatto emozionare i 51.700 spettatori dell’Aviva Stadium, e probabilmente anche molti telespettatori, cantando nel prepartita ‘Ireland’s Call’, l’inno della nazionale irlandese di rugby dove non ci sono distinzioni fra cattolici e protestanti e Nord ed Eire. Il bimbo, originario di Kilkenny, città dove si produce l’omonima birra, era già apparso lo scorso novembre in una trasmissione televisiva, e il suo successo era stato tale che era stata richiesta a gran voce, dall’opinione pubblica, la sua presenza, con annessa esibizione canora dell’inno, anche a un match dei verdi del rugby. Così è stato, e sicuramente oggi ha vinto anche Stevie..
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2024-02-11 18:45:21 ,