Nel catalogo Netflix le provano tutte per riaccendere la curiosità e lo stimolo degli spettatori, soprattutto in un periodo in cui si è saturi di serie tv. Tra le armi più interessanti a disposizione, prodotti sempre più di impronta autobiografica di celebrità nazionali e internazionali. L’ultimo nome a spiccare è “Sei nell’anima”, incentrato sulla vita della cantautrice italiana Gianna Nannini.
Il titolo riprende l’omonima canzone del 2006, uno dei più grandi successi di Gianna Nannini, scritto insieme a Gino Pacifico e pubblicato nell’album “Grazie”. Ed il ringraziamento è presto fatto, poiché attraverso quest’album, Gianna Nannini riesce a scalare la vetta di tutte le classifiche, ottiene cinque dischi di platino e batte ogni record precedente della sua carriera.
Nannini, un cognome che porta un peso, una responsabilità. Il cognome di un importante famiglia senese degli anni ’50 che al suo interno racchiude tutte le contraddizioni e le regole di una società chiusa, rigida, tradizionalista. Così inizia il percorso di Gianna, in un mondo che non le appartiene e che vuole inghiottirla, creando un immagine speculare della sua famiglia. Il padre, Danilo Nannini, è un noto industriale di Siena. Il suo lavoro non viene chiarito nel film, ma è evidente il suo ruolo nell’ambiente senese così come la difficoltà nel tenere a bada una bambina che desidera essere solo sé stessa. E amata.
Il ruolo del padre, per una bambina, rappresenta l’immagine maschile del mondo. Fin da subito Gianna mostra un insofferenza verso quel mondo, conseguenza di un educazione rigida e anafettiva. Un padre assente, focalizzato esclusivamente sul prestigio personale, senza ascoltare e comprendere i desideri e i bisogni di sua figlia. La cantautrice si porterà dietro questo trauma per tutta la vita e lo riverserà a più riprese nella sfera intima, sociale e professionale.
In Sei nell’anima ciò che emerge è una donna forte, libera e indipendente. Una Gianna precorritrice dei tempi, in cui l’amore non ha genere e la vita va vissuta a morsi, senza esitazioni. Spericolata, come ci raccontava Vasco Rossi, in un altro grande brano simbolo di un intera generazione. Una donna che da ogni dolore tra la forza per costruire la sua identità, così sfaccettata da non poterla includere in nessuna definizione.
Gianna Nannini, non aveva una definizione. E nello stesso modo viveva il suo processo creativo, esigente, spesso violento, ma sempre alleato della cantante. La sua voce, timbro distintivo di un intera carriera, è la conseguenza di un incidente a lavoro in cui la cantante perse due dita. Le urla furono talmente forti da compromettere le corde vocali per sempre. Ma senza quell’incidente, chi sarebbe oggi Gianna Nannini?
Il film gioca molto sulle emozioni, compromettendo in parte la scrittura, la quale si inerpica in un percorso indefinito tra il leggero e il volutamente non detto. Si percepisce ogni situazione che accade, senza mai cadere nel didascalico, proprio come le emozioni. Non sono ben chiari i rapporti interpersonali, così come i ruoli delle persone che circondano Gianna. Ma l’amore, in ogni sua forma, è il filo rosso che collega ogni avvenimento. E’ il carro che traina Gianna Nannini verso il successo. L’amore per la vita, per la carriera, per le persone che ama. Tutta questa emozione travolge lo spettatore come il testo dell’omonimo brano, dichiarazione d’amore universale. Gioia e dolore al tempo stesso.
In sei nell’anima, Gianna ci racconta le difficoltà di un amore straordinario, l’unico che può essere vissuto da una vita straordinaria, fuori da ogni canone imposto. Il dolore della malattia, la perdita di una persona cara. Dietro l’angolo ci si aspetta un colpo di scena che non arriva mai. E questo, è il più grande tributo alla realtà che esista. I colpi di scena sono elementi spéttacolarizzanti, ma è l’insieme dei dettagli, delle scelte di ogni giorno, a rendere un percorso spettacolare.
Nel intimo dolore, nascosto dentro al suo cuore, Gianna Nanni lascia andare il suo amore. A volte per scelta, a volte per necessità, a volte per perdita. Quale che sia il motivo, combatte con tutte le sue forze, e riversa nelle sue canzoni, tutto ciò che vorrebbe urlare al mondo. Lo fa però con discrezione, eleganza e quel pizzico di provocazione che caratterizza il suo intero percorso artistico.
Netflix non delude con Sei nell’anima e trasporta lo spettatore in quel turbinio di emozioni da far dubitare di non essere proprio noi i protagonisti di quell’amore di cui parla Gianna Nannini alla sua anima. La determinazione insita nell’arrivare ad un obiettivo è martellante, dall’inizio alla fine. Non si piega e non ci si piega, accettando ogni conseguenza, con spavalderia e arroganza. E’ come un ritorno in moto alla propria città natale, vederla con altri occhi mentre niente è cambiato. Un passato rimasto immutato, al quale si tende la mano e si dice “grazie” proprio come il titolo dell’album che l’ha resa immortale.
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di Enrico Zicari
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2024-07-05 13:25:14 ,