Ancora vergognosi e stupidi insulti razzisti allo stadio. La sindaca di Riccione, Daniela Angelini, ha incontrato Benjamin Mokulu e Arthur Celino Alexandre Pinto Rodrigues, due dei quattro giocatori dello United Riccione (gli altri sono Mady Abonckelet ed Emmanuel Besea), vittime di insulti razzisti in Lombardia, in abitazione del Sant’Angelo, durante la partita del Girone D della Serie D. Tutto è cominciato dopo uno scontro in campo che ha visto coinvolto Mokulu, stella dello United Riccione. “Hanno iniziato a urlarmi di tutto – ha raccontato lo stesso giocatore alla prima cittadina -. Di solito cerco di staccare la mente, tentando di fare finta di niente per concentrarmi sulla partita, ma lì era proprio impossibile: mi hanno bersagliato ininterrottamente. È stato tremendo”. Mokulu ha chiesto conto di quel che stava accadendo all’arbitro. “Gli ho domandato se quei cori e quegli insulti razzisti li stavo sentendo solo io. Non ho avuto risposta”. Un atteggiamento simile il giovanissimo Arthur, 18 anni, lo ha riscontrato nel guardalinee. “Gli ho chiesto di intervenire, ma niente”. Artur è stato bersagliato mentre stava effettuando il riscaldamento. “Mi hanno urlato che devo stare zitto perché sono nero, oltre a insultarmi in ogni modo possibile”.
Nell’indifferenza della terna arbitrale Arthur, a quel punto in lacrime, si è visto costretto a interrompere il riscaldamento. “Non ce l’ho più fatta. Ho preferito tornare in panchina piuttosto che continuare a farmi urlare le cose peggiori che abbia mai sentito”. Il dg dello United Riccione, Emilio Capaldi, che ha accompagnato i giocatori dalla sindaca, ha riferito anche di minacce di morte sugli spalti. La situazione in tribuna è degenerata al punto che la delegazione riccionese è stata scortata negli spogliatoi dai carabinieri a partita ancora in corso. “Questo non è calcio – ha detto amareggiata Angelini -, nulla di quanto successo domenica può essere accettato. Il razzismo non può mai essere considerato normalità, non può essere ritenuto un comportamento sul quale soprassedere. Ciò che è accaduto domenica pomeriggio mi lascia indignata: di fronte agli episodi di razzismo un arbitro ha il dovere di intervenire e fermare la partita. E anche la società non dovrebbe mai fare il gioco dei propri tifosi, se si macchiano di comportamenti razzisti, ma dovrebbe prenderne nettamente le distanze”.