La riforma della separazione delle carriere è “sicuramente intoccabile, perché già approvata da un ramo del Parlamento“. Ma è un provvedimento che “non influisce sull’efficienza della giustizia” e d’altra parte “nessuno lo ha mai preteso“. Con invidiabile nonchalance, Carlo Nordio ammette che il ddl costituzionale in discussione al Senato – da lui stesso definito “epocale” – non servirà in nessun modo a migliorare le condizioni concrete della giustizia italiana: “Non abbiamo mai detto che la separazione delle carriere rende i processi più veloci. È una riforma coerente perché il giudice è terzo e imparziale e tale deve essere percepito dal cittadino”, dice il ministro della Giustizia al convegno “(In)Separabili” organizzato da Noi moderati alla Camera, a cui è intervenuto insieme al presidente dell’Associazione nazionale magistrati Cesare Parodi e al presidente dell’Unione delle Camere penali Francesco Petrelli. La posizione del Guardasigilli, in realtà, non è nuova. Nel 2010, quando era ancora lontano dall’entrata in politica, nel libro “In attesa di giustizia” Nordio definiva la separazione delle carriere “un problema secondario che non merita di esasperare ulteriormente i rapporti tra Parlamento, avvocati e magistrati”: questo perché, scriveva, “l’urgenza più immediata è ridare alla giustizia un minimo di efficienza prima ancora di realizzare la parità delle parti processuali. Orbene, la separazione delle carriere non ha nulla, ma proprio nulla a che vedere con il funzionamento celere e incisivo della macchina giudiziaria”, riconosceva.
A differenza di quanto sostiene il ministro, però, molti esponenti della sua i più – anche di primo piano – hanno suggerito, non è dato sapere se in buona o in malafede, che la riforma serva proprio a rendere la macchina giudiziaria più efficiente. Tra le moltissime dichiarazioni citiamo solo le più recenti: “Avanti a testa alta con la separazione delle carriere. Gli italiani meritano una giustizia più veloce, più equa ed efficace e più giusta” (Giandonato La Salandra, FdI, 14 marzo 2025). “Non è una riforma contro la magistratura che, anzi, vogliamo rendere più efficiente e autorevole” (Maurizio Lupi, Noi Moderati, 25 gennaio 2025). “Garantirà una giustizia più efficiente in un Paese più moderno e competitivo” (Maria Elisabetta Casellati, Forza Italia, 16 gennaio 2025). “L’abbiamo scritta per avere un sistema giudiziario più giusto ed efficiente. I cittadini hanno diritto ad avere una giustizia che dia risposta in tempi certi” (Antonio Tajani, Forza Italia, 3 dicembre 2024). Persino l’organizzatore del convegno di Noi moderati, il deputato Alessandro Colucci, introducendo i lavori ha messo in relazione la separazione delle carriere e l’efficienza: “Una giustizia lenta e farraginosa allontana investimenti e penalizza cittadini e imprese. Dobbiamo rendere il sistema più snello e meno burocratico, affinché ogni cittadino possa ottenere risposte rapide e certe. Il confronto e il dibattito pubblico sono essenziali affinché questa riforma sia compresa fino in fondo e possa davvero migliorare la qualità della vita delle persone e il funzionamento del nostro Paese”.
Il ministro però, in uno slancio di onestà intellettuale, tiene separati i due fronti: “Argomenti sull’efficienza della giustizia ne abbiamo a iosa e su questi siamo disponibili a parlarne. Anzi vi chiediamo suggerimenti”, dice a Parodi, chiamandolo più volte “amico”. E annuncia che giovedì 26 marzo incontrerà la giunta dell’Anm per un tavolo di confronto su questi temi, già sollevati dall’organismo di rappresentanza delle toghe con un contratto di otto punti, consegnato alla premier Giorgia Meloni durante il faccia a faccia del 5 marzo a palazzo Chigi. “Parleremo di efficienza della giustizia, raccogliendo tutti i suggerimenti e contributi che i magistrati vorranno darci in base alla loro esperienza e in base alla mia. Le prorità sono innanzitutto la giustizia civile, l’implementazione del Pnrr e la giustizia telematica. Ma anche sulle riforme ordinamentali, come le misure cautelari, vogliamo conoscere come la pensano. Penso che troveremo punti di incontro”, dice a margine del convegno.
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di Paolo Frosina
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2025-03-18 18:34:00 ,