I numeri parlano chiaro. L’anno scorso Netflix ha lanciato circa 130 serie tv e programmi originali in meno rispetto al 2022; Amazon ha appena licenziato centinaia di persone nelle divisioni Prime Video e Mgm Studios; e, in generale, per il 2024 i servizi di streaming hanno in cantiere all’incirca quattrocento serie tv, molte meno rispetto alle 599 del 2023.
La tanto sbandierata guerra dello streaming è ormai poco più di una rissa, e a uscirne vincitori sono in ben pochi. Di recente, Bloomberg Businessweek ha osservato che il prossimo anno si preannuncia “molto noioso” per gli spettatori. Lo streaming, ha spiegato il giornalista Lucas Shaw, avrebbe dovuto essere la risposta al calo di interesse registrato dalla televisione tradizionale, dalle pay tv e dal cinema. Il settore cinematografico, in particolare, non è ancora uscito dalla crisi e fatica a tornare ai livelli pre-pandemici. Nel complesso, il comparto continua a perdere soldi: “Anche se i sindacati hanno ottenuto grandi vittorie [grazie agli scioperi di Hollywood, nda], sceneggiatori e attori sono tornati a lavorare per un’industria che ha meno posti di lavoro”, scrive Shaw.
Le prime avvisaglie sono emerse nel 2022, quando Netflix ha iniziato a perdere abbonati. L’anno scorso, Reed Hastings, che aveva trasformato l’azienda in un gigante, ha lasciato il suo ruolo di amministratore delegato dell’azienda. Il giro di vite sulla condivisione delle password e i nuovi abbonamenti con le pubblicità hanno aiutato l’azienda a raddrizzare la situazione, ma la piattaforma deve ancora fare i conti con l’agguerrita concorrenza di servizi come Apple Tv+, Disney+ e Prime Video, a loro volta alle prese con problemi di crescita. Rivoluzionando il modo in cui fruiamo di film e serie, Netflix ha innescato un effetto domino. I grandi studios di Hollywood, che in molti casi avevano fatto una fortuna concedendo in licenza i loro contenuti agli streamer, hanno deciso di creare i propri servizi. Le piattaforme di streaming così si sono moltiplicate, e con la nascita di nuovi servizi e la fusione di giganti come Warner Bros e Discovery si è scatenata la corsa al dominio del settore.
Nel 2024 questa competizione potrebbe rallentare. Dopo i lockdown imposti con la pandemia, quando per molti guardare Tiger King su Netflix è stata l’unica ancora di salvezza, gli utenti hanno iniziato ad analizzare più scrupolosamente le loro spese per lo streaming tagliando alcuni abbonamenti. L’anno scorso, poi, è arrivato il doppio sciopero a Hollywood. Anche se Netflix sostiene che le mobilitazioni non abbiano avuto un impatto enorme sulla sua programmazione, nella seconda metà del 2023 la piattaforma ha ridotto le nuove serie del 25%, stando a secondo il sito specializzato What’s on Netflix. Ma come sottolinea Parrott Analytics, gli effetti a catena degli scioperi hanno colpito soprattuto Apple Tv+, che si affida di più ai contenuti originali piuttosto che alla ridistribuzione in licenza di vecchi show già popolari.
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di Angela Watercutter www.wired.it 2024-01-21 05:20:00 ,