Uscito nel settembre 1995, il mitico film Seven (spesso scritto anche Se7en) si appresta a compiere 30 anni. Fin dal suo debutto nelle sale, la pellicola horror-thriller di David Fincher è diventata un cult assoluto, colpendo pubblico e critica non solo per il suo cast stellare (Brad Pitt, Morgan Freeman, Gwyneth Paltrow e Kevin Spacey) ma anche e soprattutto per la sua trama complessa, efferata e angosciante, per non parlare del realismo delle scene del crimine e delle indagini, che ha influenzato molto del genere crime venuto in seguito. La storia di due detective, il veterano e rassegnato Somerset (Freeman) e il giovane e impulsivo Mills (Pitt), che devono indagare su un sadico serial killer che ispira i suoi omicidi ai sette peccati capitali, torna ora in una versione restaurata in 4K supervisionata dallo stesso Fincher, che ha svelato di aver fatto ricorso all’AI per migliorare la qualità di certe immagini.
La misteriosa scatola
Ma non è stata l’unica rivelazione che il regista ha concesso in una lunga intervista al magazine americano Entertainment Weekly. Fincher ha anche affrontato uno dei dubbi che più hanno animato il dibattito tra gli spettatori negli ultimi decenni: cosa conteneva davvero la scatola che si vede alla fine del film? Attenzione, spoiler d’ora in poi: quando il serial killer John Doe si consegna ai due investigatori, li costringe anche a recarsi in un luogo diviso dove ricevono tramite corriere un misterioso pacco. Sommerset lo apre, ma chi guarda non ne vede il contenuto anche se si intuisce subito che deve trattarsi della testa mozzata di Tracy (Paltrow), la moglie di Mills, uccisa da Doe affinché quest’ultimo scatenasse la sua ira impersonando l’ultimo dei peccati capitali rimasti. Dato che appunto agli spettatori non è mostrato il contenuto della scatola, si sono susseguite negli anni diverse ipotesi e leggende, tra le quali la più suggestiva indicava che era stata realizzata una versione prostetica della testa di Paltrow (o addirittura una riproduzione del suo corpo).
“No, è assolutamente ridicolo”, dice ora Fincher: “Abbiamo fatto qualche esame per capire, se la massa corporea di Gwyneth Paltrow era tot, quale porzione doveva essere attribuita alla sua testa. Penso che dentro ci fosse un peso”. Dunque nessuna riproduzione agghiacciante, ma umilmente un oggetto che desse idea di un peso realistico.
Ma ovviamente, in un film come Seven, questo non bastava: “Ci abbiamo messo anche una parrucca (…) e penso che la parrucca avesse un po’ di sangue sopra, così un po’ di capelli rimanevano appiccicati. Bisogna tener presente che Morgan [Freeman, ndr] ha aperto 16 o 17 di quei cosi. Ma come dico sempre, non c’è bisogno di vedere cosa c’è nella scatola se hai lì Morgan Freeman”. Rivedendo il film originale, infatti, non c’è bisogno di nessuna rivelazione, perché è proprio la reazione di un attore navigato come Freeman a svelare ciò che sta succedendo. Ma ora, finalmente, abbiamo la conferma del contenuto da parte di David Fincher: “Una zavorra e una parrucca”, ma forse era in modo migliore continuare, seppur in modo macabro, a sognare.
Leggi tutto su www.wired.it
di Paolo Armelli www.wired.it 2025-01-03 11:43:00 ,