Tecnologia e criminalità diventano un binomio sempre più forte, e non solo in senso positivo. Lo dimostra questa storia in arrivo dall’Australia – da Sydney, per la precisione -, dove la polizia ha arrestato un uomo di 32 anni con l’accusa di aver gestito Ghost, un’applicazione di messaggistica utilizzata da reti criminali che operano a livello generale. “Le forze dell’ordine di 9 paesi, insieme a Europol, hanno smantellato uno strumento che era un’ancora di salvezza per la grande criminalità organizzata”, ha dichiarato Catherine De Bolle, direttore esecutivo di Europol, che ha partecipato all’operazione che ha portato all’arresto di decine di criminali in tutto il mondo.
Ghost, l’app di messaggistica dei criminali di tutto il mondo
La sicurezza è stata sin da subito il punto di forza di Ghost, l’applicazione di messaggistica utilizzata dalle reti criminali per gestire attività come “il traffico di droga su larga scala, il riciclaggio di denaro, casi di violenza estrema e altre forme di criminalità grave e organizzata”. Secondo quanto riportato dall’Europol, gli utenti potevano acquistare Ghost senza dover dichiarare alcuna informazione personale. Inoltre, l’applicazione garantiva loro tre diversi standard di crittografia per le conversazioni private, con la possibilità “di inviare un messaggio seguito da un codice specifico che avrebbe portato all’autodistruzione di tutti i messaggi sul telefono di destinazione”.
In questo modo, quindi, i criminali sono riusciti a mettersi in contatto tra loro eludendo il rilievo da parte delle forze dell’ordine, e seguendo le loro operazioni illegali in totale tranquillità (o quasi). “In tutto il mondo, diverse migliaia di persone hanno utilizzato lo strumento, che dispone di un’infrastruttura e di applicazioni proprie con una rete di rivenditori con sede in diversi Paesi”, riferisce l’Europol. Non a caso, infatti, l’operazione delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di 51 sospetti a livello generale: 38 in Australia, 11 in Irlanda, uno in Canada e uno in Italia, afferente al gruppo mafioso della Sacra Corona Unita. Un risultato pressoché stupefacente, che si deve alla collaborazione – inaugurata nel 2022 – tra Europol e le “autorità di polizia di Australia, Canada, Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Svezia e Stati Uniti”.
Il caso dell’Australia
Secondo quanto riportato dal Guardian, un uomo di 32 anni residente in Australia, Jay Je Yoon Jung, ha creato l’app criptata per organizzare un attentato terroristico nei mesi tra marzo e aprile, con l’obiettivo di indurre le autorità a ritirare le accuse nei confronti di una persona a lui vicina, coinvolta in una questione penale. “Si presume che i messaggi contenuti nel dispositivo criptato descrivano in dettaglio conversazioni sull’accesso a mitragliatrici, bombe, granate, lanciarazzi e bandiere con insegne terroristiche come parte della cospirazione”, si legge nel comunicato pubblicato dalla polizia federale australiana (AFP). L’uomo è accusato anche di aver contribuito all’importazione di 42 chili di cocaina a Sydney, nascosti in due container refrigerati. L’app di messaggistica è stata quindi utilizzata da centinaia di persone per gestire il traffico di droga e organizzare reati di altro genere, sia in Australia sia all’estero.
Stando a quanto riferito dalla polizia federale australiana, per esempio, l’applicazione sarebbe stata utilizzata nel paese da almeno due grossi gruppi criminali: “Flower Power”, che avrebbe gestito un traffico di cocaina del valore di 170.000 dollari, e “Pot Run Operations”, che avrebbe popolato più di 125 kg di cannabis tra febbraio 2023 e luglio 2024, guadagnando oltre 500.000 dollari dall’attività.