L’ex allevatore sardo stava ingiustamente scontando l’ergastolo per la strage del Sinnai. Ora è arrivato un primo risarcimento dal tribunale di Sorveglianza di Cagliari per aver trascorso quella detenzione in “celle piccole e sovraffollate”.
Beniamino Zuncheddu
È arrivato un primo risarcimento per Beniamino Zuncheddu, il pastore di 59 anni accusato ingiustamente della strage del Sinnai e uscito dal carcere due mesi fa dopo 32 anni in “celle piccole e sovraffollate“. L’ex ergastolano verrà risarcito dallo Stato con circa 30mila euro. Denaro che gli è stato riconosciuto dal tribunale di Sorveglianza di Cagliari.
Zuncheddu a fine gennaio era stato rimesso in libertà dai giudici della Corte d’appello di Roma al termine del processo di revisione. L’avvocato di Zuncheddu, Mauro Trogu, ora attende le motivazioni della sentenza per chiedere il risarcimento per ingiusta detenzione.
Il 59enne allevatore di Burcei aveva presentato una richiesta di risarcimento per le condizioni patite e per il trattamento inumano subiti a partire dal 28 febbraio 1990, sia nel carcere Buoncammino, a Cagliari, che in quello di Badu’e Carros, a Nuoro. Il ministero della Giustizia si era opposto al provvedimento del giudice di primo grado nel 2023 ma ora il collegio presieduto da Cristina Ornano ha dato ragione al pastore
Beniamino Zuncheddu era stato condannato con l’accusa di aver ucciso Gesuino Fadda, proprietario di un allevamento, il figlio Giuseppe e il pastore Ignazio Pusceddu. Allora aveva 27 anni e aveva avuto diverse faide con la famiglia di Fadda: a detta dell’accusa, vi erano anche state azioni dimostrative come l’uccisione di alcuni animali. Ad accusare Zuncheddu era stato soprattutto Luigi Pinna (genero di una delle vittime e quel giorno rimasto ferito) che nel corso del processo di revisione aveva spiegato che era stato il poliziotto Mario Uda a fargli pressioni.
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di Biagio Chiariello
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2024-03-28 10:39:02 ,