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Direttore Monga, “Suo impegno civico non è andato disperso”
(ANSA) – NAPOLI, 21 SET – ”La camorra, le mafie, possono
uccidere i giornalisti ma non il giornalismo. E quando uccidono
i giornalisti fanno alzare la voce ai cronisti che tendono
sempre alla verità”. Con queste parole il direttore del
quotidiano Il Mattino, Federico Monga, ha presentato il libro
‘Per Giancarlo Siani. Dalla verità sul delitto al mistero del
dossier’, curato dai cronisti del Mattino Pietro Perone e
Leandro Del Gaudio e al cui interno ci sono i contributi, tra
gli altri, dell’ex direttore Paolo Graldi e di alcune delle
firme decisive del giornale: dall’indimenticato Raffaele Indolfi
a Pietro Gargano, da Gigi Di Fiore a Giampaolo Longo, da
Giuseppe Crimaldi a Daniela De Crescenzo e Antonino Pane. Il
volume sarà in edicola in omaggio con il Mattino giovedì
prossimo, 23 settembre, nel giorno del 36esimo anniversario
dell’uccisione di Giancarlo Siani per mano della camorra. Il
libro rappresenta ”un secondo tempo” che segue il volume
pubblicato lo scorso anno dal titolo ‘Giornalista, giornalista’.
”La fatica, la passione, la professionalità, il coraggio e
l’impegno civile di Giancarlo – ha aggiunto il direttore Monga –
non erano e non sono andati dispersi. Sono state le qualità con
cui hanno lavorato giorno e notte ‘Per Giancarlo Siani’ i nostri
giornalisti da quando nel settembre 1993 il pentito Salvatore
Migliorino, affiliato al clan Gionta di Torre Annunziata, iniziò
a svelare mandanti e killer della sua morte. Aver raccolto in un
unico volume quel grande lavoro al servizio della verità è un
tributo di completezza alla storia di Giancarlo e del nostro
giornale”.
Le inchieste accertarono che il movente dell’agguato fu
proprio il lavoro giornalistico realizzato da Siani. Un lavoro
che – ha sottolineato il procuratore nazionale Antimafia,
Federico Cafiero De Raho – ”è modello di quel giornalismo
d’inchiesta che non si muove attraverso l’acquisizione
dell’informazione a distanza ma entra nel territorio assumendo
direttamente le fonti, comprendendo i fatti. I suoi articoli –
ha aggiunto – erano il portato di una vera e propria indagine
giornalistica di grandissima fondatezza”. (ANSA).
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