Dopo l’incontro tra il capo della protezione civile Fabrizio Curcio e gli assessori regionali all’ambiente con il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia dalle amministrazioni locali, arriva chiara la richiesta della messa a disposizione dei fondi del Pnrr per la realizzazione di nuovi invasi e per ammodernare gli impianti già esistenti per “sprecare meno”.
Tutti sono poi concordi, al di là dei partiti politici, di chiedere al governo di emanare un decreto ad hoc. Nel frattempo, però, i sindaci e gli stessi governatori cominciano a fare da soli per evitare di trovarsi a secco. E mentre tra qualche regione comincia la battaglia dell’acqua, l’Anbi (l’Associazione italiana consorzi di bacino) fornisce un quadro dei rischi della desertificazione in Italia.
Le Regioni fanno da sole
In Lombardia il presidente Attilio Fontana ha chiesto ai cittadini di “fare uso parsimonioso dell’acqua” e dopo la riunione con il capo della Protezione civile, Curcio ha commentato: “Stiamo vivendo una situazione eccezionale, di una gravità che non si era mai verificata in questi anni”. L’assessore all’agricoltura della Lombardia, Fabio Rolfi ha annunciato un tavolo per studiare le possibilità di recuperare le acque reflue per irrigare i campi. Le scorte d’acqua al momento sono quasi nulle e la Confagricoltura parla già di 2 miliardi di danni.
Giulio Boccaletti: guardiamo sempre il rubinetto, mai il fiume
Risultato? Circa il 10 % dei Comuni del Piemonte ha emanato ordinanze per ridurre gli sprechi d’acqua. E ieri il governatore Alberto Cirio ha lanciato un appello al governo, mentre quello del Veneto Luca Zaia ieri ha scritto direttamente al presidente del Consiglio Mario Draghi sollecitando la dichiarazione dello stato di emergenza: “Con l’escalation di siccità che si sta registrando in questi giorni, ogni minuto è sempre più ricercato. Non si può più aspettare; la situazione deve essere affrontata con massima velocità anche dal Governo”.
Preoccupazione per tutta l’area del delta del Po tra Veneto e Emilia: meno acqua nella parte finale del fiume, significa più entra acqua salata, spiegano gli esperti creando problemi all’ecosistema e agli impianti di irrigazione.
Chiusi i rubinetti di notte
La battaglia dell’acqua
In Val d’Aosta la situazione è talmente difficile che ha detto “no” al Piemonte che chiedeva aiuto per evitare i danni all’agricoltura. Erik Lavevaz, governatore della Val d’Aosta è stato chiaro con il collega del Piemonte: “Con i nevai già sciolti come fossimo ad agosto e le temperature alte anche a 4 mila metri, ci troveremo tutti a dover fare i conti con una carenza idrica importante”.
“La Val d’Aosta a rischio con i suoi ghiacciai, ma le risorse non bastano”
Dunque il Piemonte dovrà fare da solo. Ma questa è solo una parte della battaglia dell’acqua che sta nascendo tra i territori alle prese con la siccità. Perché vista la situazione di emergenza tendono tutti a trattenere per sé le risorse idriche in vista di mesi che rischiano di aggravare un quadro già drammatico. Un’altra battaglia dell’acqua si sta scatenando a Nord-est dove il Veneto aveva chiesto al Trentino di aumentare la portata del fiume Adige per irrigare i terreni agricoli
In Toscana, dove si registrano livelli di allerta pari a quelli delle regioni del Nord il governatore Eugenio Giani sta cercando di elaborare uno studio per varare una legge regionale per la realizzazione di nuovi bacini, invasi e punti di raccolta dell’acqua. Le zone più colpite sono la Maremma, l’isola d’Elba la Versilia e al Lunigiana. Non va meglio nel Lazio. Il governatore Nicola Zingaretti ha già dichiarato lo stato di calamità e ha scritto a tutti i sindaci della regione chiedendo di adottare provvedimenti preventivi per il risparmio idrico.
In Sicilia si vive una siccità prolungata, secondo l’Anbi in Italia: il 70% della superfice della Sicilia presenta un rischio medio alto di desertificazione. Seguono il Molise (58%), la Puglia (57%), Basilicata (55%). In Sardegna invece il comitato istituzionale dell’Autorità di bacino dell’isola ha previsto, almeno per il momento un’estate senza restrizioni – gli invasi sono ancora all’80% di un volume complessivo di 1.480 miliardi di metri cubi – ma oltre al problema dell’invasione di cavallette ormai arrivate fino ai centri abitati, resta alto il rischio di incendi in tutta la regione.
Decisive le prossime due settimane
Le prossime due settimane saranno cruciali per salvare l’agricoltura e i posti di lavoro in alcuni settori del turismo. Nel frattempo alla fine dell’incontro tra la Conferenza delle Regioni e il capo della Protezione Civile solo un laconico comunicato “Sullo stato di emergenza nazionale ci stiamo confrontando con la Protezione Civile, penso che su questo, arriveremo a una soluzione nella quale si individuino in modo puntuale i criteri per la dichiarazione dello stato di emergenza e soprattutto gli interventi che si possono fare. C’è totale sintonia tra Conferenza delle Regioni e Protezione civile”, ha detto il presidente Massimiliano Fedriga. Intanto i sindaci chiudono i rubinetti. Da Nord a Sud.
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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-06-23 10:39:36 ,
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Il post dal titolo: Siccità, la battaglia dell’acqua: le Regioni e i Comuni chiudono i rubinetti scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2022-06-23 10:39:36 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue