Sciopero generale di 4 ore l’11 aprile. E una manifestazione nazionale, a Roma, il 20. Per «dare un segnale al governo, al Parlamento, al Paese che il mondo del lavoro si è rotto le scatole e chiede un cambiamento» dice il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, tra gli applausi della Leopolda.
A Firenze la Cgil e Uil hanno radunato delegati e rappresentanti per la sicurezza sul lavoro da tutta Italia. Ed è il segretario generale della Uil, Pier Paolo Bombardieri, all’inizio della mattinata di discussione a proporre «quattro opere di sciopero per l’11 aprile e una grande manifestazione a Roma il 20 sui temi della sanità, della sicurezza, del fisco». L’assemblea applaude. Landini chiede al governo «ma anche alle aziende di battersi insieme a noi per cambiare questo modello di fare impresa».
Si parla, tanto, di sicurezza e morti sul lavoro. Si ricordano le cinque vittime morte poco più di un mese fa a Firenze per il crollo di una trave laddove si stava costruendo un supermercato, poi l’operaio di 51 anni deceduto ieri a Lucca. Mentre i delegati parlano c’è un altro deceduto sul lavoro, a Sondrio.
«Chiediamo che ci sia un intervento più deciso sulle norme che non permettano alle aziende che violano le norme sulla sicurezza di lavorare – dice Bombardieri -. Chiediamo che si ponga fine al subappalto, alle norme sul massimo ribasso, che le norme che ci sono nelle gare e negli appalti della pubblica amministrazione siano estese al settore privato. Quanti morti si devono registrare prima che la politica si svegli e decida di fare concrete?», chiede, sottolineando come servano anche più «assunzioni di ispettori del lavoro» perché «oggi ne arrivano 250, ma su tre anni e con un impegno economico di 12 milioni».
Critica poi la proposta sulla «patente a crediti, che identifica nella perdita di 20 crediti la perdita di una vita umana. È inaccettabile, la vita umana non vale 20 crediti, servono sanzioni» dice Bombardieri.
Landini va contro i subappalti a cascata «che non è vero che ci chiede l’Europa. È una volontà politica», poi avanza l’idea di un referendum abrogativo contro la precarietà: «Nel 2023 su 7 milioni circa di rapporti di lavoro attivati l’85% riguarda contratti a termine, lavoro a chiamata.Il 90% dei morti sul lavoro avviene in subappalto e sono spesso lavori precari. Superare la precarietà è un punto di fondo, e per fare questo bisogna cambiare le leggi. Le leggi non possiamo cambiarle noi ma il Parlamento, e siccome non le stanno cambiando, anzi, anche questo governo le ha peggiorate, pensiamo che il sindacato debba utilizzare tutti i mezzi a disposizione, dalla contrattazione alla presentazione di legge ma anche arrivare a un referendum abrogativo – dice -. Bisogna raccogliere le firme, poi andare a votare. Ogni cittadino può andare e dire che della precarietà non se ne può più. La precarietà è il male assoluto: determina insicurezza, competizione, non dà un futuro ai giovani». Chiede che venga superata la Bossi-Fini perché «abbiamo un problema demografico. Se vogliamo affrontarlo, se vogliamo un sistema sanitario degno, un sistema pensionistico, servono persone in più che lavorano. E bisogna tenere anche i nostri figli in Italia. Ma non si può avere paura dei lavoratori stranieri. Dobbiamo crescere insieme altrimenti il sistema non regge».
Così rilancia i due appuntamenti: 11 e 20 aprile. E a chi gli chiedeva perché la Cisl non ci fosse – nonostante un anno e mezzo fa tutti e tre i sindacati, uniti, avessero lanciato una piattaforma unitaria sulla sicurezza – risponde: «Spiace se qualcuno si è preso un colpo di fulmine per il governo. A me spiace molto per lui».
A distanza replica il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra: «L’unico colpo di fulmine di cui la Cisl si vanta è quello che l’ha fatta innamorare della sua autonomia, della libertà, del riformismo, della lontananza dall’ideologia. È il segretario della Cgil che forse è vittima di un colpo di sole».
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-03-22 17:37:56 ,firenze.repubblica.it