Il punto di forza dell’app di messaggistica sicura Signal è sapere il meno possibile dei suoi utenti. L’applicazione non accumula metadati, non traccia le persone e non far mostra di annunci pubblicitari, in altre parole non monetizza i dati personali. Difatti, la Signal foundation è un’organizzazione senza scopo di lucro. La sua presidente, Meredith Whittaker, crede che sia in corso un cambiamento enorme, in una fase in cui le big tech sono sempre meno popolari e le vecchie economie della Silicon Valley si fanno precarie.
Il modello Signal
All’evento The Big Interview di Wired US, tenutosi a dicembre a San Francisco, Whittaker ha parlato di come Signal si sta imponendo sempre di più come un’infrastruttura critica per le comunicazioni in tutto il mondo, e del contributo che può dare allo sviluppo di un nuovo modello di finanziamento di progetti tecnologici fondamentali.
Signal è un servizio “per cui esiste chiaramente un mercato e che la gente vuole, eppure siamo costretti a stare stretti in una no-profit, il che non è ideale pensando alla tecnologia in tempo reale su larga scala che stiamo gestendo e sviluppando – ha spiegato Whittaker –, elementarmente perché non c’è un vero modo di fare profitti nell’industria tecnologica dati gli incentivi della sorveglianza“.
Signal punta a essere un’applicazione per la messaggistica e le chiamate il più semplice possibile, in modo che le persone non debbano sacrificare l’esperienza d’uso per comunicare in modo più privato. Anche se non ha una parte di social media e non prevede di integrare l’intelligenza artificiale, l’app lancia regolarmente nuove funzionalità per rendere il servizio più al passo coi tempi. Come esempio, Whittaker ha rivelato che il suo team sta lavorando per aggiungere una funzionalità che supporti i backup crittografati (in arrivo nel 2025).
“Non vogliamo essere l’eccezione che conferma la regola, vogliamo rappresentare una nuova serie di regole che aprano la strada a un ecosistema tecnologico molto più aperto e diversificato – ha continuato –, che non dipenda da cinque aziende e 15 persone e da un modus operandi che è molto, molto raffermo e in buona sostanza non fa bene al mondo e al futuro“.
Il futuro di Signal
La gestione di Signal costa circa 50 milioni di dollari all’anno e Whittaker ha sottolineato che non ci sono soluzioni facili per quanto riguarda il reperimento dei finanziamenti a progetti che hanno bisogno di un sostegno consistente, indipendente e sicuro senza essere soggetti alle forze della monetizzazione dei dati e del capitalismo della sorveglianza.
“Niente di tutto questo è semplice – ha spiegato la presidente della Signal foundation –. C’è un certo capitale di cui abbiamo bisogno. Come lo otteniamo?“.
La prima presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti si è dimostrata sempre più ostile alla crittografia e alla tecnologia indipendente. Qual è il quindi il futuro di Signal con una nuova gestione Trump all’orizzonte e con i detrattori della crittografia che fanno breccia nei governi di tutto il mondo?
“A Signal sappiamo chi siamo. Signal continuerà a essere Signal – ha dichiarato Whittaker –. Signal ha una sola cosa da fare, e la facciamo molto bene e in modo ossessivo: fornire un’infrastruttura di comunicazione veramente privata a tutti, ovunque, a livello generale. Punto e basta. Non cambieremo rotta“.
Questo articolo è comparso originariamente su Wired US
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di Lily Hay Newman www.wired.it 2025-01-03 16:42:00 ,