Torre del Greco. Il 15 novembre era una data cerchiata in rosso sul calendario degli ex obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione. Perché, finalmente, gli armatori-vampiri – già condannati in via definitiva per il grande crac all’ombra del Vesuvio – sarebbero dovuti comparire davanti ai giudici della corte d’appello di Roma per la mera rideterminazione delle pene per il fallimento da 800 milioni di euro capace di inguaiare circa 13.000 famiglie di risparmiatori. Invece, gli «maglie larghe» della giustizia regalano l’ennesimo «colpo di fortuna» ai rampolli delle famiglie Della Gatta, Iuliano e Lembo: niente processo-bis e discorso rinviato a febbraio del 2022. Quando, verosimilmente, la prescrizione salverà gli imputati «minori» dal rischio di tornare dietro le sbarre del carcere.
La doccia gelata
L’ennesima beffa per i truffati è arrivata quando in rete era già cominciato da giorni il countdown per l’atteso appuntamento in aula. Invece, una stringata nota della curatela fallimentare ha ufficializzato la nuova frenata di un calvario lungo già 9 anni e lastricato di «anomalie» sotto il profilo giudiziario: «L’udienza – la secca comunicazione della triade formata dal commercialista Vincenzo Di Paolo, dall’avvocato Alfonso Iovane e dalla dottoressa Paola Mazza – è stata rinviata alla data del 21 febbraio 2022 per disposizioni organizzative della sezione». Disposizioni arrivate come manna dal cielo per gli armatori-vampiri e come «maledizione» per i truffati della Deiulemar compagnia di navigazione. In pratica, i fratelli Pasquale Della Gatta e Angelo Della Gatta – condannati a 11 anni e 8 mesi, in attesa del «ricalcolo» della pena – insieme alla sorella Micaela Della Gatta e alla figlia dell’ex amministratore unico Giovanna Iuliano compariranno nuovamente davanti ai magistrati a 32 mesi dalla sentenza della suprema corte di cassazione del luglio 2019. Quando il verdetto finale per gli armatori-vampiri sembrava dietro l’angolo e non lontano anni.
La rabbia dei truffati
Inevitabilmente, la notizia dell’ulteriore rinvio del processo ha scatenato la rabbia degli obbligazionisti: «Ora il calvario sembra diventare interminabile», lo sconforto diffuso in rete. «Occorre che chi deve tutelare noi truffati adesso si faccia sentire attraverso atti concreti – l’appello degli ex obbligazionisti -. Ci domandiamo, oggi come ieri, cosa significhi questa storia dei continui rinvii. Bisogna riportare a Roma un maggior rispetto per un popolo martoriato che chiede solo giustizia». Ma deve fare i conti con incredibili ritardi e stucchevoli rinvii.
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di Alberto Dortucci
www.metropolisweb.it
2021-11-11 07:40:27 ,