Più Alpha diventa aggressiva e violenta, più le battute sul suo aspetto adorabile si moltiplicano, enfatizzando la follia delle premesse della storia. Il regista Matthew Goodhue e gli sceneggiatori Bradley Fowler e Cady Lanigan si prodigano anche nell’intrecciare alla storia, di per sé un’affilata commedia scolastica collegiale, una beffarda e deprimente critica del vuoto pneumatico che si è creato nelle menti dei Millenial socialdipendenti. Slotherhouse è tremendamente divertente anche per l’ostentata esibizione artigianalità con cui è stata realizzata Alpha, fondamentalmente un bambolotto animatronico realizzato con maestria da Greg Ballora, veterano del settore, e da Creature Effects, senza ricorrere all’abusata computer grafica. Mentre insegue le ragazze della sorority e le massacra con fare compiaciuto dando vita a una carneficina incessante, il vero compiacimento che vediamo sul volto della bestiola è il nostro, ma anche lei se la cava bene a esprimere le emozioni. Slotherhouse ha anche un tocco animalista ed ecologista: Alpha è traumatizzata dall’esperienza del bracconaggio nella giungla panamense, e sta solo cercando di tornare a casa.
Forse è ancora più divertente perché le aspettative di molti nei confronti di questi filoni horror dall’inequivocabile stile all’Asylum partono incredibilmente basse. È un errore (e comunque, anche Asylum ha sfoderato alcune gemme, da Sharknado a Z Nation): la regia di Matthew Goodhue mostra la cura di qualcuno che ha preso davvero sul serio il progetto e la confezione, specialmente la fotografia Mark David, è superiore alla media di produzioni analoghe. Slotherhouse è articolato, più ambizioso e sostanzialmente più intelligente della maggioranza degli horror anglofoni realizzati quest’anno: merita il successo di Sharknado molto più di horror diventati – ironicamente – virali inferiori come Terrifier 2 e Winnie the Pooh: Sangue e miele.
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di Lorenza Negri www.wired.it 2023-11-28 05:40:00 ,