L’inchiesta, per la prima volta ha individuato una organizzazione criminale cinese nel nord-est che aveva creato un hub per la produzione e lo smercio di droga, destinata anche ai mercati esteri, in particolare Mdma e marijuana.
La criminalità cinese, che normalmente predilige altre attività illecite, ha messo le mani anche nel mercato della droga arrivando a controllare un ingente traffico di stupefacenti su larga scala che aveva base nel nord-est dell’Italia. È quanto ha portato alla luce una complessa e lunga indagine condotta dai carabinieri e coordinata dalla procura di Venezia che nelle scorse ore ha portato in manette 20 cittadini cinesi accusata di fare parte di un organizzazione criminale specializzata nel traffico di droga e con un giro d’affari da centinaia di milioni di euro.
Le numerose misure cautelari a carico di cittadini cinesi presunti responsabili, a vario titolo, di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, sono state eseguite dai Carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Ferrara, in collaborazione con i colleghi dei Comandi provinciali di Padova, Prato e Vicenza. L’inchiesta, per la prima volta ha individuato una organizzazione criminale cinese nel nord-est che aveva creato un hub per la produzione e lo smercio di droga, destinata anche ai mercati esteri, in particolare Mdma e marijuana.
L’inchiesta, che si è rivelata molto complessa a causa dei sofisticati sistemi criminali adottati dagli indagati, era partita nel lontano 2018 quando i carabinieri di Ferrara, nell’ambito del monitoraggio delle spedizioni internazionali, intercettarono due pacchi sospetti contenenti droga. Da allora è partito un minuzioso controllo che ha portato negli anni all’arresto di diversi corrieri.
L’organizzazione criminale, però, aveva adottato una rigida ripartizione di ruoli e responsabilità, suddividendosi in compartimenti stagni che per lungo hanno reso impossibile risalire alla catena di comando del gruppo. Quando un anello veniva individuato, nessuno sapeva degli altri ruoli e veniva semplicemente sostituito. A complicare ulteriormente le cose il fatto che gli indagati utilizzavano applicazioni di messaggistica e videochiamata del loro Paese di origine e dunque difficili da intercettare.
Lunghi servizi di osservazione, controllo e pedinamento degli indagati, oltre a migliaia di ore di ascolto di intercettazioni telefoniche, infine hanno permesso di appurare l’esistenza dell’organizzazione criminale che coinvolgeva sia siti di produzione di droga sia siti di smistamento nel nord est italiano, ma anche collegamenti per l’export in Paesi esteri come Olanda, Regno Unito, ma anche Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti.
Nell’ultimo blitz sequestrati anche 353 kg di infiorescenze di cannabis, 19 kg di hashish, 15 kg di cristalli grezzi di MDMA (Ecstasy), 2 kg di ketamina, 4 kg di semi di cannabis e 5.374 piante
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di Antonio Palma
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2023-03-22 16:54:07 ,